Dalla lettera della Ue all’allora presidente Silvio Berlusconi, con le famose 39 domande (o, tolto il burocratese, indicazioni di azione) consegnate dal Commissario Olli Rehn al governo italiano, i punti 19, 20 e 21 riguardano specificatamente l’attuale riforma del mercato del lavoro.
Di seguito il testo dei tre punti indicati.
19. Per quanto riguarda le previste “nuove norme di licenziamento per ragioni economiche nei contratti di assunzione a tempo indefinito”, interesserebbero la legge che dispone licenziamenti individuali o collettivi? Quali parti della legge il governo sta pensando di rivedere e correggere, e in quale modo? In quali modi concreti la nuova legislazione contribuirà ad affrontare la segmentazione del mondo del lavoro tra lavoratori a tempo indefinito protetti e lavoratori precari? E a questo proposito, esistono piani volti a ridurre l’alto numero (46) delle tipologie di contratto di lavoro oggi esistenti?
20. La prevista applicazione di condizioni più rigide nell’uso di contratti parasubordinati implica cambiamenti dei tassi di contribuzione all’assistenza sanitaria-sociale o anche alle leggi sul lavoro? Se si prevedono cambiamenti anche in questi ultimi, saranno graditi ulteriori dettagli sulle revisioni specifiche che il governo intende introdurre.
21. Nella dichiarazione del summit dei paesi dell’euro del 26 ottobre 2011 si parla espressamente di “impegno […] a rivedere il sistema dei sussidi di disoccupazione oggi molto frammentario entro la fine del 2011, prendendo in considerazione i vincoli di budget”, ma di questo non si fa parola nella lettera. Quali intenzioni ha dunque il governo italiano a questo proposito?
Non entro del merito della riforma, perché non è questo che mi interessa qui.
Ma mi spiegate a cosa servono gli scioperi generali, le manifestazioni sindacali unitarie, i cazzotti di Bersani?
Se questo non si farà – bene o male che sia, ripetiamolo – fra qualche mese arriverà un altro omino dal freddo o dall’Atlantico, con una pistola di nome spread e una lettera con altre 39 indicazioni.
Sapevatelo (number one).
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lo sapevamo, per questo io come cittadina e lavoratrice sono arrabbiata, perche certo prima di noi lo sapevano tutti i componenti della politica., che invece di litigare fra loro, avrebbero dovuto rimboccarsdi le maniche anni fa e lavorare per il bene del popolo e del paesee non aspettare di arrivare al collasso. I sacrifici li avremmo dovuti fare comunque ma forse in maniera meno pesante di adesso, avendo piu tempo a disposizione si potevano cercare soluzioni meno tragiche e drastiche (pensi un po’ in che situazione hanno messo gli esodati dal lavoro) e penso che abbia ragione lei nel dire… Leggi il resto »
Sicuramente il governo Monti stà eseguendo il compitino ingrato dettato dalla UE, ma colpisce come in Italia riscontri un certo gradimento nei sondaggi e come non ci siano reazioni paritcolarmente combattive come in Spagna o in Grecia; vediamo persone che si danno fuoco, e non persone che protestano o danno segni di ribellione violenta.
Certo che il paragone con il precedente governo e tutte le sue macchiette aiuta molto nell’assumere il ruolo (falso) di salvatori della patria e di personalità autorevoli e credibili, non vedo altra spiegazione per essere contenti di venire bastonati e di versare lacrime e sangue…
sì è come dici tu, ma aggiungiamo che in questo momento siamo senza opposizione, e ciò rende impossibile una analisi critica (anche perché tutte le tv e i principali giornali sono in riferimento a gruppi che sostengono il governo, molto più di prima) a chi è in Parlamento anche perché le piccole opposizioni, per quanto variegate, sono limitate a personaggi folcloristici rappresentate da Di Pietro e Bossi.