SANT’OMERO – “Le guerre sono tutte uguali e le vittime pure” è il presupposto che ha guidato l’incontro di oggi “Morire di pace” presso la Sala Marchesale di Sant’Omero, in occasione della manifestazione Mondo d’Autore, organizzata dalla Biblioteca D’Annunzio di Sant’Omero, in collaborazione con l’amministrazione comunale, rappresentata da Alessandra Candelori, con la Fondazione Tercas, e con la Consigliera di Parità della Provincia di Teramo, Germana Goderecci.

“Mondo d’autore” nasce con l’intento di affrontare problematiche sociali, attraverso la testimonianza di personaggi che danno quotidianamente il loro contributo per risolverle.

Questa seconda edizione si occupa del tema della pace e di come diffondere e promuovere una vera e propria cultura di pace. E chi meglio di Cecilia Strada, presidente di Emergency, dei suoi volontari e di una corrispondente di guerra, la giornalista di Rai3 Lucia Goracci, poteva dare una testimonianza tanto lucida, quanto significativa dell’importanza di morire di pace e di esercitare “la costruzione dei diritti civili” piuttosto che sterili e costose guerre?

Un incontro introdotto dal reading di brani di Quasimodo e Ungaretti, a cura di Vanessa Dezi, accompagnato musicalmente da brani di Bach eseguiti da Daniela Franchi, e dal titolo, definito dalla moderatrice Maria Rosa Dei Svaldi, “provocatorio e sollecitante, salvo poi constatare che il sollecito non era forse necessario”, data la grande affluenza di pubblico di tutte le età che ha riempito la Sala Marchesale.

Merito anche dei relatori che hanno saputo catturare l’attenzione, facendo aprire gli occhi su aspetti di paesi lontani che ignoriamo, mostrandoci aspetti di vita e di morte quotidiana.

Lucia Goracci ha raccontato le sue esperienze di corrispondente di guerra, con una carrellata di esempi di gente morta di pace, per poi concentrarsi sull’importanza della comunicazione a vari livelli, e di mezzi come i social network, che hanno permesso ai giovani di raccontare la guerra e di raccontare sé stessi, rappresentando quasi un modo per “smascherare le menzogne di stato” e veicolare in modo veloce le informazioni.

È stato poi Mirko Bonadduce, coordinatore del gruppo Emergency Teramo, a introdurre i valori (cultura di pace, solidarietà, rispetto dei diritti umani), i numeri (oltre 4000 volontari in tutta Italia), le azioni (eventi culturali, raccolte fondi, incontri di sensibilizzazione nelle scuole) di questa associazione indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime di guerra, delle mine antiuomo e della povertà, che oggi agisce in 16 paesi nel mondo.

Infine, l’intervento sicuramente più coinvolgente è stato quello di Cecilia Strada, figlia dei fondatori Gino Strada e Teresa Sarti, e presidente di Emergency, che ha avuto modo di raccontare di progetti attuali e futuri, come il centro di maternità in Afghanistan o il centro di produzione di protesi e riabilitazioni in Iraq, nei quali lavorano molti degli ex pazienti. Non sono mancate le difficoltà nel conquistare la fiducia di società culturalmente così diverse dalla nostra e né le soddisfazioni nel constatare che dei bambini curati, si siano presentati, anni dopo, da adulti ad offrire il loro aiuto.

Cecilia Strada non si è risparmiata nel richiamare anche la categoria dei giornalisti, inviati nei luoghi di guerra, che “spesso non raccontano in modo adeguato la realtà dei fatti e incorrono troppo spesso nell’autocensura”, incitandoli a raccontare la guerra dal punto di vista di chi la subisce e non di chi la fa.

Insomma un confronto di alta pregnanza che è stato il primo di una serie di eventi altrettanto significativi. I prossimi appuntamenti vedranno sempre nella Sala Marchesale l’intervento dello scrittore Erri De Luca, il 13 aprile alle 18, e la presentazione del gemellaggio tra la Biblioteca di Sant’Omero con la Biblioteca “Ignazio Silone” di Baghdad, con gli interventi di Tusio De Juliis, presidente dell’Associazione “Aiutiamoli a vivere”, di Talib Abdul Jabbar, preside della Facoltà di lingue a Baghdad, Mohammed Zowe, direttore del Dipartimento della lingua italiana a Baghdad e Yousuf Salman, delegato della Mezza Luna Rossa Plestinese in Italia.