SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Imprevedibile ed eclettico, poetico e leggero al tempo stesso, con punte di riflessione e di ironia. Sicuramente non è stato il “solito” spettacolo. Daniele Silvestri ha stupito il Palariviera, nel concerto di venerdì scorso, rinviato a causa dell’emergenza neve (era in programma in anteprima nazionale il 3 febbraio). Dinanzi ad un pubblico di 600 persone, l’artista si è esibito in coppia con un ottimo Pino Marino, cantautore romano che ha collaborato al suo ultimo album “Scotch”.

L’elemento chiave dello spettacolo è stata la sapiente combinazione di teatro e canzone: Silvestri e Marino si sono esibiti sul palco per più di due ore e mezza fingendo di eseguire le prove per il concerto della serata, mentre tra una battuta e l’altra cercavano la scaletta giusta dei brani da inserire. Buona la performance teatrale dei due, con dialoghi un po’ in romanesco che sembrano improvvisati. Tra un tavolo, sedie e telefonate di fans e di un fantomatico Amilcare. In una finzione scenica dove succede di tutto: anche un black out e contestatori che irrompono contro i due cantautori. E così, tra una prova e l’altra si arriva alla fine, col sipario che si chiude e si riapre quando una voce annuncia l’avvio del concerto: da qui il titolo dello spettacolo “E l’inizio arrivò in coda”.

In apertura non è mancato l’elogio a San Benedetto, con le sue palme silvestris, e ad Andrea Pazienza, cui Pino Marino ha dedicato la sua “L’acqua e la pazienza”. L’inizio dello spettacolo è stato poetico con “Le navi”, eseguita al pianoforte da Silvestri. A seguire altri brani tratti dall’ultimo repertorio del cantautore come “Io non mi sento italiano” di Giorgio Ganer, “Sornione”, “Ma che discorsi”. Notevoli la versione acustica di “Una monetina”, quella latineggiante di “La paranza”, quella un po’ malinconica di “Questo paese” e “L’uomo intero” (“Solo dopo che l’avevo scritta, nel ’94 – ha detto Silvestri – mi sono accorto che stavo parlando di mio padre). Poi ancora si sono succedute “La classifica”, le immancabili “Le cose in comune”, “Salirò”, “Precario il mondo”, l’ironica “Testardo” e la struggente “Aria”, canzone vincitrice del premio Mia Martini della Critica e del Premio Volare come miglior testo, che, non a caso, ha regalato uno dei momenti più intensi del concerto.

Il plauso va infine anche ai musicisti che hanno accompagnato il duo con chitarre, batteria, tastiera, basso e altri strumenti: Gabriele Lazzarotti, Maurizio Filardo, Gianluca Misiti, Piero Monterisi e Fabrizio Fratepietro.