SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo dal Movimento Cinque Stelle.

Studio e approfondimento del MoVimento 5 Stelle sulla questione dell’eccesso di produzione di gas metano, alla luce dell’attuale spinta alla costruzione di nuovi impianti (stoccaggi, rigassificatori e metanodotti) sul territorio italiano. In questi giorni di storiche nevicate e basse temperature, gli italiani sono stati travolti anche da una bufera mediatica: telegiornali, siti internet d’informazione e prime pagine di giornali hanno parlato di carenza di gas, di insufficienza dei rifornimenti, di rischio per il riscaldamento domestico. Ancora una volta ci troviamo di fronte a frottole, utili per coloro che hanno grandi interessi nel mercato del metano.

Innanzitutto partiamo dicendo che il consumo di gas è notevolmente diminuito in questi anni, in particolare a causa della crisi e della delocalizzazione della produzione industriale. I consumi di gennaio 2012 sono scesi del 4,1% rispetto allo stesso mese del 2011, inoltre in tutto il trimestre 2011 i consumi sono diminuiti dell’11,8% rispetto al 2010 (1). La minore domanda è relativa al settore residenziale e terziario, di conseguenza le importazioni sono diminuite dai 75 miliardi del 2010 ai 70 del 2011 (2).

Attualmente l’Eni ha contratti con i fornitori stranieri di tipo “take or pay”, prendi o paghi, ovvero nell’accordo è specificata una quota annuale di gas da pagare, anche se questa non viene ritirata perchè la richiesta è diminuita. L’Eni a causa di questo meccanismo ha perso negli ultimi 2 anni 1,4 miliardi di euro (3) e per smettere di perdere questi soldi spinge a rendere rigida e sufficientemente alta la domanda di gas, incentivando, tra le altre cose, la costruzione degli stoccaggi, capaci di incamerare oggi il metano che non viene consumato, nella speranza di una ripresa dei consumi nel futuro.

Ci si potrà dire: ma come fa un gestore di stoccaggi a non andare in perdita se oggi il metano non si vende, ma si punta solo ad un aumento futuro dei consumi? Facile, basta sfruttare una legge che copre totalmente il rischio d’impresa di questi pochi fortunati imprenditori. Parliamo del Decreto Legge 130/2010 che garantisce una copertura finanziaria totale ai nuovi impianti di stoccaggio per i primi 5 anni di esercizio. In modo simile la delibera 92/2008 dell’Autorità per Energia Elettrica ed il Gas garantisce la copertura del 71,5 % dei ricavi ai rigassificatori italiani, a prescindere dal gas conferito e trattato.

In sostanza, anche se i rigassificatori e gli stoccaggi non riuscissero a lavorare al massimo delle loro possibilità, gli incassi sarebbero comunque assicurati da una buona copertura di denaro pubblico, insomma soldi che paghiamo noi tramite le bollette.
Torniamo al mercato. La domanda di gas è in forte calo, 50 miliardi di metri cubi di gas in più rispetto all’inverno scorso, immessi nel sistema di condotte dell’Unione Europea, con la conseguenza che molte aziende dovranno ridurre gli aumenti dei prezzi per il 2012. Questo perché l’abbassamento dei consumi ha fatto “saltare gli equilibri tra domanda e offerta”, in pratica il sistema si è ingolfato.

 

Il grande romanzo di F. Forsyth “Il giorno dello sciacallo“ sarebbe stato molto adatto a queste giornate dove di “sciacalli” ne sono spuntati a volontà, di tutti i tipi.

FONTI:

1 – http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/02/01/visualizza_new.html_72891287.html

2 – http://www.autorita.energia.it/it/dati/gs1.htm

3 – http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201104050833311361

4 – http://www.dailyenmoveme.com/it/altro/più-produzione-meno-consumi-sul-mercato-del-gas-regna-l’incertezza