SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Aree Vaste, Aziende uniche, Ospedali unici: la Sanità marchigiana disegna scacchiere mobili con l’obiettivo di ridurre i costi e aumentare la qualità del servizio in tutta la Regione e nel Piceno in particolare, ma la politica picena continua a chiedere certezze e punti fermi. Dopo che nei mesi scorsi il sindaco Gaspari e i suoi colleghi della Riviera delle Palme hanno più volte ribadito la mancanza di equità nella ripartizione di fondi e servizi a livello regionale, l’annuncio della Regione Marche di procedere ad una rapida riorganizzazione e alla nomina dei primari mancanti in vista della creazione dell’azienda “Ospedali riuniti Marche sud” solleva anche richieste (comprensibili) di rassicurazione da parte del centrodestra, attraverso il vicepresidente della Provincia Pasqualino Piunti che, comunque, si esprime “soprattutto per quanto riguarda le mie competenze su San Benedetto”, precisa (Piunti è vicepresidente provinciale).

“Dalla Regione arrivano rassicurazioni ma ci sono delle cose che abbiamo valutato, ad esempio da due anni era stata formalizzata l’istituzione dell’azienda ospedaliera Marche Sud, poi è scomparsa ed oggi, a mo’ di Araba Fenice, è di nuovo all’ordine del giorno. La nostra è una posizione propositiva nei confronti della Sanità in toto e di quella rivierasca, ma anche la preoccupazione che questa sia l’ennesima promessa non mantenuta. I primari annunciati entro marzo erano già stati promessi da tempo. La sfida si gioca sull’Area Vasta 5, ecco perché la Commissione provinciale ha deciso di incontrarsi con Stroppa, abbiamo già formalizzato la richiesta, sperando di incontrarci non più tardi della fine del mese. La Provincia ha 24 eletti che rappresentano tutto il territorio, da Cupra a Comunanza, e questo va tutelato”.

“La nostra attenzione resta alta e dovrà passare attraverso l’Azienda unica, mentre l’ospedale unico non ci entusiasma perché rischia di essere solo una operazione di investimento immobiliare nel caso in cui non sia supportato da adeguate strategie di integrazione” conclude l’esponente del Pdl.