Alfano a Raitre. Ho appena ascoltato su Raitre l’ex ministro della giustizia Angelino Alfano rispondere alle domande di Fabio Fazio. Tra le cose buone che ha detto, cioè restituire ai cittadini la possibilità di eleggere i propri candidati, fare in modo che i governi non cadano ogni otto mesi, farla finita con la brutta realtà che si sa prima di andare alle urne chi vincerà le elezioni, ha spiegato veramente male i motivi, a molti ignoti, per i quali senza il governo Monti il Pdl e la Lega, cioè la maggioranza di governo,  avrebbero fatto le stesse cose.

Non si spiega perché, pur ripetendo Berlusconi più volte che il suo governo non è stato mai sfiduciato, il Pdl non ha messo in pratica prima loro hanno fatto finora Monti e compagnia. Nè ha spiegato Alfano se  l’Udc e il Pd (essendo le due coalizioni che tengono in piedi il governo tecnico al posto della Lega) la pensano come loro: O magari appoggiano Monti, semplicemente per far dispetto a Bossi!

Non è così e le manovre in corso tra Pdl, Pd e Udc hanno, secondo me, il solo scopo di preparare già adesso il campo per evitare che gli attuali malumori nazionali  si riversano (e si riverseranno) su chi è stato incapace, prima di mantenere gli impegni presi in campagna elettorale, poi di affidarli a tecnici che sono andati in fondo al pozzo dove loro stessi hanno fatto precipitale l’Italia. Adesso, per tre motivi diversi, vorrebbero tramutare i loro insuccessi, le loro incapacità con le solite furbizie pre elettorali.

Il Pdl ha da perdere più di Pd e Udc e, per questo motivo, sta appoggiandosi addirittura all’assurdità di prendersi “meriti” che nessuna persona ragionevole può riconoscergli: meriti tra virgolette perché, se il progetto Monti dovesse prendere una brutta piega, sarebbero i primi a rimangiarsi tutto. L’Udc spera di poter in qualche modo tornare a contare anche se il loro appoggio al governo è più schietto e deciso. Il Pd sa che comunque andranno le cose, loro saranno quelli che non hanno rappresentato un’opposizione credibile e che hanno appoggiato quel Pdl che avevano sempre criticato e che continua a deriderli, dicendo (il Pdl) che Monti sta facendo quello che avrebbero fatto loro.

Insomma i “potenti” delle tre sigle temono che, senza qualcuna delle loro strategie, alle prossime elezioni sparirà Sansone (Berlusconi) con tutti i filistei. Stanno quindi mettendo le mani avanti per non cadere nel baratro, altro che restituire ai cittadini la possibilità di eleggere i propri candidati. Infatti, se Monti riuscirà a salvare la nazione, il popolo vorrà un Parlamento con gente come loro e non come quelli che hanno raschiato il barile Italia fino all’inverosimile.

Dulcis in fundo la “chicca” con cui Alfano ha lasciato il salotto di Fabio Fazio, al quale ha pregato di girare agli italiani questa domanda: come mai fino a 58 anni Berlusconi era considerato, prima un brillante studente universitario poi un imprenditore di grande valore e una specie di pregiudicato, invece, da quando si è messo in politica? Da italiano gli rispondo con un’altra domanda: perché Berlusconi si è messo in politica alla soglia dei sessant’anni quando tutti gli altri, a quell’età, scelgono strade meno tortuose? Ai posteri la risposta più credibile ma se qualche lettore vuole anticipare i tempi…