SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Toni accesi al Museo del Mare di San Benedetto, sede questa mattina, 27 gennaio, di un incontro di tutte le marinerie italiane. Si sono incontrate per cercare un punto d’incontro su come e in quali termini far continuare lo sciopero iniziato nella giornata lunedì 23 gennaio: si legga qui La marineria resta a terra: “Non c’è pesce fresco a San Benedetto”

Chine le teste degli uomini di mare ma allo stesso tempo forti le loro voci di protesta: “Non ne possiamo più”, urla un pescatore a fine riunione.

Tutti concordi sulla continuazione del fermo, fatta eccezione per la marineria di Ancona che ha confermato di voler ritornare in mare, Manfredonia e la regione Liguria che non ha rispettato lo stop e che già in questo momento si trova imbarcata.

“Se andranno a mare, partiremo per fermarli – ha affermato un pescatore della Marineria di Gaeta – dobbiamo essere uniti in questa decisione”.

A supportare le sue parole, anche un pescatore di San Benedetto, già intervenuto a Riviera Oggi durante la scorsa manifestazione a Roma, Federico Marcelli: “Lo sciopero continuerà al 99%. La decisione che si prenderà dovrà essere solidale e condivisa. Facciamo l’esempio del nostro porto. Se le marinerie vicine a noi (Pescara, Ancona etc.,) decidono di partire il pescato che andrà sui banchi, avrà ovviamente dei prezzi altissimi. Tutti devono fermarsi”.

La riunione è poi continuata a porte chiuse con tutti i responsabili delle delegazioni. Ancora non sappiamo il responso, la cosa certa è che qualora qualche marineria decidesse di uscire, tutti gli altri cercheranno di fermarla

Intanto si conferma che lunedì 30 i pescatori torneranno a Roma insieme ai camionisti e agli agricoltori per una nuova grande manifestazione di protesta.

All’uscita alcuni pescatori ci hanno fermato, dichiarando: “Fino all’anno 1993 guadagnavamo circa cinque milioni al mese. Oggi, nell’anno 2012 guadagniamo settecento euro al mese.

Quanto costa un’uscita giornaliera di carburante?

“Bella domanda, su una barca di venti metri si spendono circa mille e trecento euro di nafta al giorno. Fate due conti, dobbiamo poi aggiungere le sanzioni, i dipendenti, i costi per la tracciabilità del prodotto, le manutenzioni e soprattutto non dimentichiamo che qualora sfiorassimo i novanta punti (decurtamento a sanzione) le nostre licenze possono essere stracciate”.

Sappiamo che spesso non riuscite a pagare le fatture ai rifornimenti di carburante. Si rischia di conseguenza l’indebitamento?

“Sinceramente credo che tutti i pescatori di San Benedetto del Tronto non riescano più a pagare le fatture dei pieni di carburante. Ci sono fatture scoperte”.