Da Riviera Oggi numero 902
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alla vigilia del ballottaggio, in merito alle spese della campagna elettorale (clicca per vedere il resoconto scritto del faccia a faccia tra Giovanni Gaspari e Bruno Gabrielli), leggemmo la domanda di un lettore durante la diretta video YouRiviera.
Questa fu la domanda (minuto 57:20, in fondo all’articolo riportiamo il video integrale, attendere qualche istante per il caricamento e poi spostare il cursore): “Quanto e come avete speso, se vi potete impegnare a rendere pubbliche le fatture di spesa, e se le spese derivano dalla contribuzione pubblica o dai privati, e se tutto può essere reso pubblico“.
Così rispose Bruno Gabrielli, candidato del centrodestra: “Non ho nessun tipo di problema, quando si chiuderà la campagna elettorale, a rendere pubblici i soldi spesi e da chi sono arrivati. Devo dire che c’è anche una parte mia personale nella contribuzione della campagna elettorale”. A nostre ulteriori richieste di precisazioni, Gabrielli disse: “I conti sono aperti, 45 mila euro era il budget previsto, credo verrà sforato di qualcosa, ma i conti sono ancora aperti”.
Gaspari, poi eletto sindaco, disse: “Il lettore può verificare quello che io ho già fatto nel 2006, perché quello che chiede oggi l’ho già fatto nel 2006. Nel 2006 ho aggiunto un’altra cosa, ho depositato il mio 730 nel momento in cui mi sono insediato e ovviamente ho pubblicato il 730 dell’incarico del sindaco. Ho anche detto quali erano le cose – pochissime – in mio possesso nel 2006 e quelle che sono in mio possesso nel 2011″. Continuò il sindaco: “Verrà pubblicato tutto, anche se noi non siamo obbligati perché siamo una città sotto i 50 mila abitanti, ma io ho nominato anche un mandatario per la gestione dei fondi, che non sono fondi derivanti dai finanziamenti ai partiti, ci tengo a dirlo, sono fondi derivanti da quel conto corrente le cui coordinate sono sul mio sito, dove privati e singoli cittadini hanno pensato di fare dei versamenti che tra l’altro sono detraibili dalle tasse. Io ovviamente pubblicherò, come già fatto nel 2006, sia le entrate che le uscite”.
Sicuramente non siamo bravi giornalisti, così facciamo difficoltà a trovare, sui siti ufficiali sia del sindaco eletto Giovanni Gaspari sia del suo sfidante Bruno Gabrielli, cifre relative alle spese elettorali personalmente sostenute, fatture di spesa, donazioni dei privati cittadini e loro elenco.
I candidati sindaci, secondo la legge 81/1993, che regolamenta anche l’elezione diretta del sindaco, nella quale si stabilisceche, solo per i comuni superiori a 50 mila abitanti, «il deposito delle liste o delle candidature deve comunque essere accompagnato dalla presentazione di un bilancio preventivo di spesa cui le liste ed i candidati intendono vincolarsi. Tale documento deve essere reso pubblico tramite affissione all’albo pretorio del comune. Allo stesso modo deve essere altresì reso pubblico, entro trenta giorni dal termine della campagna elettorale, il rendiconto delle spese dei candidati e delle liste».
Per quanto riguarda San Benedetto, città di 48 mila abitanti e quindi esclusa da questa normativa, la norma si basa sul Regolamento del funzionamento del Consiglio comunale. L’articolo 56 recita testualmente: «I candidati alla carica di sindaco e di consigliere, devono, entro tre mesi dalla proclamazione dei risultati elettorali, depositare presso la segreteria generale, con l’apposizione della formula “Sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero”, una dichiarazione resa ai sensi della legge n. 81/1993, sul rendiconto delle spese sostenute durante la campagna elettorale; in casi di inadempimento degli obblighi di cui al comma 1, il presidente diffida l’inadempiente a provvedere entro il termine di quindici giorni».
Per questo, a fine agosto, i sette candidati sindaco hanno depositato in segreteria generale le somme spese però dall’intera coalizione. Giovanni Gaspari e il centrosinistra hanno speso 72.800 euro (da valutare se le spese per le primarie rientrano o meno in questa somma), Bruno Gabrielli e il centrodestra 58 mila, Marco Calvaresi e il Terzo polo 30 mila, Gabriele Franceschini e la sua lista civica 4.100, Daniele Primavera e Rifondazione Comunista 3.500, Maria Rosa Ferritto e il Movimento Cinque Stelle duemila, Mario Narcisi e la sua civica 890, .
Lo scorso autunno Riviera Oggi ha cercato di ricostruire nel dettaglio la composizione in entrata e in uscita di queste spese (quante del sindaco, quante e come della coalizione?) attraverso gli uffici comunali ma, a causa di avvicendamenti (primo fra tutti quello della segretaria generale Camastra) e spostamento di funzionari l’impresa si è rivelata molto più difficile del previsto. Non essendo bravi giornalisti, a distanza di un semestre dalle elezioni, rivolgiamo dunque la domanda del nostro lettore direttamente ai sette candidati:
– a quanto ammonta la spesa complessiva per sostenere la candidatura di sindaco? E quante quelle complessive della coalizione di sostegno?
– che tipo di spese sono state sostenute (elenco voci e quantità spesa per ciascuna)?
– da cosa derivano i fondi impiegati? (fondi pubblici per i partiti, fondi personali, fondi di privati cittadini=
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L’esiguità delle spese da noi sostenute è tale che posso, senza bisogno di riprendere la documentazione, riportarle sommariamente con un buon margine di approssimazione. Nel nostro caso, infatti, non c’è sostanziale differenza tra sindaco e lista (perchè essendoci una sola lista a sostegno della mia candidatura tutti gli interventi hanno riguardato entrambe le indicazioni). La quasi totalità della spesa di 3500 euro è stata determinata dalla stampa materiale cartaceo, circa 150 euro (se non erro ma posso sbagliare di poco) se ne sono andate per il montaggio dello spot (passato gratuitamente sugli spazi pubblici RAI, quindi senza costi per inserzioni).… Leggi il resto »
Finalmente era ora, per i gruppi maggiori non corrisponde a verità, sicuramente, basta mettersi a tavolino fare due conti, Poi ci sono le spese personali, alcuni candidati hanno speso singolarmente anche cifre simili…
Basta fare sue conti, vele, macchine istoriate, palchi veri, gelati, porchette, pesci fritti, chalet di grido, pieghevoli con tanto di agenzie pubblicitarie. pagine dei tre giornali locali, aperitivi&cene, addetti stampa, costruttori amboschierati, associazioni di categoria, 6×3 belusconizzanti a destra e a manca, manifestazioni a gogo, l’uso del Concordia (no Costa) mai così fitto nelle serate, l’uso di due mesi superiore ai restanti 10, artisti di livello nazionale, atleti olimpici medagliati, promesse di assunzioni, elefoni di uffici pubbòici ag uso privato, santini a dcine di migliaia, asfalti elettorali, inagurazioni elettorali, musei elettorali, è stato l’unico momento del 2011 dove il PIò… Leggi il resto »