SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nel Piceno è allarme lavoro, con il 2011 che ha fornito dati decisamente allarmanti. In tutta la provincia sono stati infatti 4.400 i disoccupati con requisiti ridotti, ovvero i precari (l’anno prima il dato si fermava a 3.700), mentre nel campo della disoccupazione ordinaria da 4.800 del 2010 si è arrivati a 4.900. La somma tra requisiti ridotti, disoccupazione ordinaria e mobilità tocca invece ben 10.100 soggetti. “Aumentano allo stesso tempo i tirocini e i voucher, categorie queste senza ammortizzatori sociali”, denuncia Francesco Vagnoni della Cgil, che insieme agli altri rappresentanti dei sindacati cittadini (Cisl, Uil, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil) ha ratificato il protocollo d’intesa col Comune su Bilancio e Servizi Sociali.
“Siamo preoccupati, ma non spaventati”, dichiara l’assessore alla Finanze, Fabio Urbinati. “Abbiamo avviato un percorso di condivisione. In tre mesi faremo il punto della situazione. L’intento globale è quello di creare un tavolo di monitoraggio, coinvolgendo pure il settore bancario radicato nel territorio. Come amministrazione daremo un sostegno concreto a coloro che vorranno mettersi in proprio o lanciare nuove attività. Proveremo ad avvantaggiarli”.
Pensieri e parole che trovano d’accordo anche l’assessore al Sociale, Margherita Sorge, che rassicura i sambenedettesi: “Non sono stati tagliati i servizi, ma solo razionalizzati. Questo campo è quello più idoneo alla flessibilità”.
Ciò non basta tuttavia a Francesco Fabiani (Uil): “E’ vero che i servizi sono coperti, però non sono sufficienti. Desidereremmo che si facesse pagare di più a chi ha di più. Adesso non è così”.
Ma cosa prevede l’accordo? Innanzitutto di “mantenere inalterata l’aliquota della Tarsu, al netto dell’adeguamento all’indice Istat, con l’impegno di aumentare significativamente, nel corso dell’anno 2012, la percentuale della raccolta differenziata fino al 50%”. Ed ancora “di mantenere inalterato il costo dei servizi a domanda individuale, per il quale il Comune si impegna a garantire che lo stesso abbia carattere di equità e di progressività, prevedendo anche tariffe agevolate o gratuite per particolari situazione di disagio economico e sociale e di prevedere l’esenzione del pagamento dell’addizionale comunale Irpef per i nuclei familiari con almeno quattro figli a carico e con reddito Isee non superiore a 10.632,92 euro”.
NON SOLO TURISMO Una tesi comunque mette d’accordo tutti: “Lo sviluppo non potrà arrivare solo dal turismo. Tre mesi l’anno non bastano più. Una volta c’era la pesca, oggi su quel fronte ci siamo indeboliti”. Pertanto la Sorge rispolvera un vecchio ritornello: “Destagionalizzazione”.
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Invece di essere semplicemente preoccupati, dovrebbero essere TERRORIZZATI.
Non sanno cosa ci aspetta se la UE non cambia testa. E se non cambiano testa loro.
La Tarsu va ridotta alle aziende, perché sono le aziende ad assumere, non “i servizi del comune”.
Il costo dell’acqua va ridotto, perché il settore agroalimentare ne beneficerebbe e potrebbe svilupparsi.
La tassa di soggiorno va dimenticata, perchè sono gli hotel ad assumere, non le sagre paesane che gli assessori hanno in mente di finanziare.
Bhè se ne accorgono presto….
Quando capiranno che la miglior forma di welfare è la competitività delle imprese e del tessuto industriale sarà troppo tardi…
Intanto si continua con la spesa comunale improduttiva come voucher e quant’altro con i pochi di soldi di chi paga le tasse… Vedendo come viene gestito il gettito fiscale mi sento di giustificare chi evade…
“Come amministrazione daremo un sostegno concreto a coloro che vorranno mettersi in proprio o lanciare nuove attività. Proveremo ad avvantaggiarli”.Dice Urbinati.
Il problema è che l’aiuto alle nuove attività non si da affondando quelle che cercano di restare a galla con questa crisi!
Servirebbe una progettualità strategica del comune, nell’immaginare la SBT del futuro e nell’individuare gli ambiti in cui incoraggiare l’iniziativa privata, aiutando con sovvenzioni, formazione, semplificazione burocratica, aiuto pubblicitario ecc. ecc.
Ad oggi l’unica progettualità che si vede è restare immobili o incrementare la cementificazione.