SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Commemorare i caduti del mare, nel giorno del ricordo della tragedia del motopeschereccio “Rodi”, è un momento sempre commovente e denso di significato per l’intera comunità”,  ecco le prime parole del Sindaco Giovanni Gaspari in merito alla tragica vicenda avvenuta il 23 dicembre del 1970.

“Il ricordo di tanti morti e dispersi sul lavoro può essere da stimolo per i sambenedettesi a non dimenticare il sacrificio di tanti marittimi ai quali le avversità della sorte o l’errore umano (ma la verità giudiziaria importa fino ad un certo punto per chi perde una persona cara) hanno negato un approdo sicuro mentre erano intenti a svolgere un lavoro duro e logorante e spesso unico sostentamento per le loro famiglie.

La celebrazione pubblica che il Comune promuove da alcuni anni, e che quest’anno coinvolge anche le scuole, intende tenere viva la memoria collettiva di tante persone che ci hanno lasciato in modo così drammatico e, al tempo stesso, coltivare nelle giovani generazioni il sentimento di vicinanza alla civiltà marinara in tutti i suoi aspetti. Questa è la nostra storia più autentica, su questa cultura di sacrifici, silenzi, coraggio si fonda l’animo profondo della nostra città. I ragazzi devono saperlo, non devono dimenticarlo, anche e soprattutto oggi che questi valori vengono condivisi con lavoratori e famiglie provenienti da altri Paesi, in particolare nordafricani, oramai presenza insostituibile per assicurare la continuità del settore. Forse è proprio in ragione di questa comunità di valori che lavoratori della pesca italiani e stranieri hanno da anni raggiunto un livello di integrazione difficile da trovare in altri contesti.

Questa riflessione non può non comprendere un altrettanto profondo interrogarsi su quale sia il grado di sicurezza anche in questo tipo di lavoro. E’ evidente che si tratti di un mestiere di per sé rischioso, dove l’imponderabile gioca un ruolo importante come in tutte le azioni umane nelle quali è componente essenziale l’elemento naturale. Ancora pochissimi giorni fa l’Adriatico ha richiesto un nuovo tributo di vittime scegliendo come luogo della tragedia il tratto antistante la città di Termoli. Ma è certo che ancora molto si può fare per ridurre i pericoli: attenzione, preparazione professionale, attrezzature, tecnologie possono dare un importante apporto per innalzare il livello di sicurezza dei nostri marinai.

L’auspicio è che dunque ravvivare di continuo il ricordo di tali e tante tragedie sia anche un monito verso quanti hanno la responsabilità sia di applicare sia di verificare le migliori condizioni affinché le imbarcazioni siano il più sicure possibili e i marittimi tutelati. Anche in questo periodo di crisi, sulla sicurezza non è possibile risparmiare perché l’alternativa è un conto ben più caro da pagare, come ci ricordano ogni giorno quelle tante, troppe lapidi lungo il muro frangiflutto del molo nord”