per vedere le immagini video girate da Raffaella Melandri, che ringraziamo per la cortesia, clicca sull’icona a destra e attendi qualche istante per il caricamento dello spot video

per ogni informazione www.rivieraoggi.it/gas-plus

MONTEPRANDONE – Informazione. Bella informazione: grazie soprattutto alla presenza, tra gli altri, di chi sulle questioni del gas sta lavorando da anni, con gruppi di lavoro attivi da Falconara ad Ancona a Loreto per giungere a Recanati, rappresentati nell’incontro che si è tenuto alla sala convegni di Centobuchi domenica 13 dicembre da Carlo Brunelli.

Utile, ovviamente, il contributo di tutti gli intervenuti, relatori e pubblico: Marina Forlini, del Comitato per i Beni Comuni di Monteprandone che ha organizzato l’incontro (“L’intento è quello di informare, perché l’utile non coincide sempre col giusto, soprattutto quando è utile solo per qualcuno e quando questo qualcuno non salvaguardia il bene comune”), Giuseppe Giorgini, “cittadino informato” del quartiere Agraria, il quale ha mostrato alcuni dati ambientali relativi alla centrale che potrebbe sorgere a San Benedetto (“Nel mondo esistono 600 siti di stoccaggio ma nessuno con questa collocazione, a ridosso del centro abitato”), Andrea Dignani, geologo jesino, il quale ha illustrato i processi di formazione degli idrocarburi del sottosuolo ed espresso le proprie valutazioni in merito allo stoccaggio (“Per esserne sicuri occorrerebbe avere accesso a dati protetti da segreto industriale: possiamo soltanto fare delle deduzioni, per il quale il sito dovrebbe essere sicuro, a patto che…”).

Carlo Brunelli infatti ha esposto una “profetica” descrizione politico-economica di quel che sta avvenendo in Italia e nelle Marche, di cui daremo sicuramente conto dettagliato nei prossimi giorni. Pur sottolineando le differenze tra i rigassificatori della costa anconetana (quelli sì delle vere e proprie “bombe” galleggianti) Brunelli ha inteso descrivere l’identica scelta economica che guida anche lo stoccaggio a San Benedetto.

“Le scelte in Italia le fanno i produttori di energia, il cui fine sta diventando quello di mettere mano nelle risorse pubbliche attraverso incredibili sistemi di incentivi – ha detto Brunelli – Dal 2007 al 2011 il consumo di metano è diminuito, mentre al contrario i prezzi sono saliti del 50%“.

Ma il punto ancor più clamoroso forse è un altro (poi torneremo agli incentivi). Grazie al lavoro collettivo dei comitati di Falconara, Ancona, Recanati e Loreto Brunelli ha esposto i dati ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico in tema di politiche sul gas metano. Attualmente in Italia si consumano circa 80 miliardi di metri cubi di gas metano l’anno (picco raggiunto nel 2008, con 85 mld). “Eppure le infrastrutture di rigassificazione – spiega Brunelli – nuovi metanodotti e stoccaggio di gas raggiungono una quota enorme: i nuovi rigassificatori in progetto contengono una capacità di 115 miliardi di metri cubi di gas, e i nuovi gasdotti in fase di costruzione possono immettere in Italia una quantità annuale tra i 38 e i 50 miliardi di metri cubi. Se le stime Eni danno per l’Italia un “consumo di gas a 100 miliardi di metri cubi nel 2020, quantità ridimensionata invece dall’Unione Europea, perché l’Italia deve prevedere una capacità di gas di 230 miliardi di metri cubi?“. Il tutto, ha spiegato Brunelli, si situa in una strategia di totale rottura sul fronte energetico dove le Marche e l’Italia vengono viste come infrastrutture per flussi energetici indipendenti dalle necessità locali, sia economiche che ambientali e sociali.

Cifre che Brunelli giustifica così: “Nel 2005 l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha emanato la delibera 178 che, per promuovere gli impianti di rigassificazione, garantisce all’investitore l’80% dei ricavi previsti. Quindi, se un rigassificatore ha una capacità di 9 miliardi di metri cubi, anche se l’investitore non ne vende uno, si vede garantito un introito per 8,1 miliardi di metri cubi. Lo storno dei costi di questi impianti avviene nelle bollette del gas di tutti noi”.

Amara conclusione in qualche modo confermata dal coordinatore dell’incontro, il giornalista Pier Paolo Flammini di Riviera Oggi, in merito allo stoccaggio del gas: “L’Eni ha ricevuto 221 milioni di euro di incentivi nel 2009, mentre ora si garantisce il guadagno equivalente a cinque anni di attività di stoccaggio alle imprese investitrici“.

Molti gli interventi da parte del pubblico presente, tra cui il presidente del Comitato di quartiere Porto d’Ascoli Centro Core che ha espresso la totale contrarietà al progetto. Accalorato l’intervento di Olimpia Gobbi, dell’associazione Luoghi Comuni: “Al di là dell’impatto della centrale di stoccaggio, noto che ci stanno trattando come un paese del Terzo Mondo: grandi capitali che decidono il modello di sviluppo nell’assenza di politiche regionali. Mi sembra che la finalità è una sola: quella di rispondere ai profitti delle società, non alle esigenze dei cittadini. C’è un piano internazionale che dovrebbe essere rigettato dagli amministratori regionali. Occorre una resistenza dal basso per far sì che l’Italia non diventi una grande colonia”.

Temi che comunque verranno approfonditi nei prossimi giorni grazie anche grazie al materiale che Riviera Oggi ora ha a disposizione e che presto verrà capillarmente diffuso per aiutare la riflessione in attesa di attesissimi appuntamenti stavolta a San Benedetto: un’assemblea del Pd alla palestra dell’Agraria, il 16 dicembre, poi un Consiglio Comunale straordinario il 17 dicembre all’Auditorium comunale e lo stesso giorno un incontro del Movimento Cinque Stelle. Per finire all’arrivo di Gas Plus il 23 dicembre.

Buon Natale…