SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In merito ai disagi ferroviari vissuti dal Piceno, piomba in campo tutta la rabbia di Confindustria: “Siamo penalizzati rispetto al versante tirrenico, ma anche nel confronto con altre città del nord delle Marche”. Una doppia mazzata capace di annientare ogni futura ambizione turistica e non solo. “C’è pure il fattore legato al lavoro – sbotta il presidente provinciale Bruno Bucciarelli, affiancato dal consulente della comunicazione Ferruccio Squarcia – così ci allontaniamo giorno dopo giorno dal centro economico italiano”. Chiaro il riferimento a Milano, metà diventata sempre più irraggiungibile mediante binari: “Siamo arrivati al paradosso che per arrivarci conviene passare per Roma. La situazione peggiora sempre di più, siamo davvero una nazione unica?”.
Ad oggi per arrivare nel capoluogo lombardo occorrono quasi otto ore, con scali obbligati ad Ancona e Bologna, qualora si partisse da San Benedetto. “E’ inconcepibile – prosegue Squarcia – i diretti ci sono ma compaiono in orari non compatibili con chi deve spostarsi per lavoro. Qualcuno provveda immediatamente, stiamo andando indietro come i gamberi”.
A rendere la situazione più drammatica di com’è si aggiunge poi l’attuale situazione aerea e su gomma: “L’aeroporto di Falconara non garantisce i voli giusti, senza dimenticare che i prezzi di un volo non sono paragonabili a quelli di un treno. Se invece parliamo di strade, ad esempio, la terza corsia si è fermata a Porto Sant’Elpidio.”.
A detta di Bucciarelli sarebbero molteplici gli imprenditori che faticano a tornare in Riviera: “Gli affari rallentano, non si riesce a fare impresa in Ascoli. E’ un caso che le multinazionali chiudano qui da noi? Stiamo giocando col fuoco. A differenza nostra, le altre province marchigiane si sono mostrate più attente. Hanno preso di petto i problemi e stanno reagendo. Ancona non ha i nostri disagi. Qui c’è immobilismo”.
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Carissimi, ormai è fatta, gli orari non cambieranno di certo a seguito delle proteste. Bisognava agire prima, visto che la marginalizzazione della stazione di San Benedetto viene da lontano. Credo che pochi, o più probabilmente nessuno, si sia preoccupato nei mesi scorsi di tutelare SBT. E questo è il risultato. Gaspari ha mai scritto a Trenitalia? La Provincia l’ha mai fatto? E la Regione? C’è mai stato un tavolo condiviso per sottolineare l’importanza si SBT? Non credo. Ormai quello che si può fare è sperare che le cose cambino con l’orario estivo. Io mi sono rassegnato. Se prima da Milano… Leggi il resto »
Giusti i tuoi interrogativi. Qualcosa ha fatto ultimamente l’assessore provinciale Filippo Olivieri. Anche la Regione e Gaspari in precedenza ma niente di eccezionale e sicuramente in ritardo. Di tavoli condivisi neanche a parlarne. L’importanza di SBT? Non è più importante proprio perché nessuno la sottolinea. Solo noi e lo dico con grande orgoglio di sambenedettese purosangue da diverse generazioni. Ti ricordo alcuni particolari che puoi rintracciare in rete: un certo Langone del Foglio di Ferrara venne a mangiare in ristorante sambenedettese e sul suo giornale uscì un articolo nel quale San Benedetto del Tronto veniva descritta come una specie di… Leggi il resto »
Lo so direttore,
e questo mi rattrista profondamente.
Quando uno scrittore che mai aveva visitato Ascoli Piceno la denigrò in un suo romanzo, Castelli intervenne e lo sconfessò sulla stampa.
Cose del genere a SBT non accadono, perché chi viene eletto non ama la nostra città.
Direttore, come sempre, ribadisco che c’è più intelligenza nei commenti che si fanno si questo giornale che nei vari consigli comunali-provinciali-regionali. Da anni su queste pagine si riportano le problematiche di collegamento con Milano, ma siccome i politici quando si muovono viaggiano comodi su auto-blu e non si mischiano con la gente comune su treni ed autobus non sanno nemmeno quale sia la reale situazione. La risposta al Presidente di Confindustria è: s’è ricordato presto di lamentarsi con trenitalia!!!! La decadenza del territorio va avanti da anni e se non se ne sono accorti è gravissimo!
..sarebbero molteplici gli imprenditori che faticano a tornare in Riviera? Gli affari rallentano,non si riesce a fare impresa in Ascoli? Direttorie, mi perdoni ma questo signore qui’,se ne accorge adesso? Ma perche’ non fa rientrare tutte quelle aziende che sono andate all’estero? Prima hanno preso le sovvenzioni poi sono scappate. Solo la provincia di Ascoli Piceno sta col culo per terra, il resto delle Marche ridono tutti! Quello della ferrovia è solo una barzelletta che dovevano inventarsi! Ci sono multinazionali che hanno aperto capannoni con centinaia di operai in posti inimmaginabili, dove a momenti ci vuole l’elicottero, altro che ferrovia!… Leggi il resto »