ROMA – “Mai tornare indietro, nemmeno per prendere la rincorsa”. E fu così che, inaspettatamente, Roberto Benigni citò il sambenedettese Andrea Pazienza. Una sorpresa, arrivata sul finale di un lungo monologo di mezz’ora nel corso dell’ultima puntata de “Il più grande spettacolo dopo il weekend”, a dire il vero non troppo irresistibile.
Dai vari “Sanremo” a “Vieni via con me”, passando per Fiorello, l’obiettivo resta sempre uno: Berlusconi. Anche se “non c’è più”, come ha ripetutamente esclamato. Anche se se n’è andato, inaugurando “le più belle dimissioni degli ultimi 150 anni”.
Il Cavaliere c’entra sempre. E’ lo spunto ideale. Si finge di non volerne parlare, ma poi ci si casca. “La colpa è di Mazza (il direttore di Raiuno, ndr). Mi ha detto picchia su Berlusconi“. Accontentato: “Mi è piaciuto il tuo sketch dei presidenti degli altri Paesi – continua – un comico che parla coi capi di stato stranieri. Non si era mai visto, bella idea”.
Si alternano momenti di fiacca, prima del nuovo affondo: “Silvio, ti voglio bene. Io ti sarò sempre fedele, nei secoli, come i carabinieri. Io e i carabinieri ti saremo sempre vicini”. Risate, seguite dalla riproposizione dopo trent’anni dell’Inno del Corpo Sciolto, fino al momento serio. Benigni ricorda Sandro Pertini: “Diceva che i giovani non hanno bisogno di sermoni, ma di esempi”. E’ l’epilogo, condito dall’omaggio a Paz.
Una piccola soddisfazione per la Riviera delle Palme che proprio un mese fa ospitò le prove ufficiali dello show di Fiorello. Episodio mai ricordato durante le quattro settimane di programmazione su Raiuno.
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Purtroppo siamo tornati indietro di dieci anni.
Invece di essere nel 2011 siamo sempre al 1991.
E’ come se avessimo assistito ad un film.
Scorrono i titoli dei protagonisti e siamo arrivati alla fine.
The End.
Il costo del biglietto? SALATO.
Il film? CHE DELUSIONE.
Si spieghi meglio. Grazie.
Ormai Benigni è ripetitivo, senza Berlusconi non saprebbe più cosa dire!
Ci avevo scommesso (e vinto una cena) che nella sua ospitata sarebbe andato a finire di parlare del Berlusca!
Leggetevi l’articolo di Aldo Grasso oggi sul Corriere della Sera: E Benigni restò orfano di Berlusconi.
Provo a spegarmi meglio.
Nel ’91 stavamo messi male, come oggi, poi siamo cresciuti fino al 2001 e poi invaghiti da un sogno abbiamo tutti assistito al film “Il ventre del premier”, ma ci siamo ritrovati a dover pagare il costo del biglietto: la manovra Monti “Salva Italia” e…..siamo tornati al punto di partenza.