SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Le liberalizzazioni sono state un flop”: titolo chiaro e che non lascia adito a dubbi di sorta. E se a farlo non è un gruppo di bolscevichi del Nuovo Millennio, ma la Cgia di Mestre (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) e il suo ufficio studi di riconosciuta affidabilità, allora occorre riflettere.
Dall’insieme di informazioni prodotte dalla Cgia Mestre, che ha messo in relazione servizi e beni i cui mercati sono stati “liberalizzati” (forse bisognerebbe dire “oligopolizzati”?), qui, all’ombra della nascitura centrale di stoccaggio Gas Plus, è ovviamente al gas metano ciò che occorre guardare con interesse.
Perché è proprio il lato economico quello che fino ad ora è passato sotto traccia, in questa vicenda. Se è ovvio che lo stoccaggio gas ha un impatto ambientale, piccolo o grande che sia (ma non è una centrale turbogas come quella di Corinaldo o un inceneritore come quello di Schieppa, ndr), è anche vero che impatti ambientali o rischi possono persino sopportarsi se necessari, o non rinviabili. O convenienti (perché no?).
Tra i benefici che nella nostra pagina www.rivieraoggi.it/gas-plus abbiamo segnalato a seguito della “ospitalità” di una centrale di stoccaggio gas, vi sono le royalties, i nuovi occupati e una voce che abbiamo chiamato genericamente di “Solidarietà” nazionale stoccaggio riserva energetica”. In questa voce abbiamo ricompreso le direttive europee e quindi la legislazione nazionale di recepimento. La logica che è alla base di questa legislazione, grossomodo, è la seguente: il mercato dell’energia (e quello del gas dunque) va liberalizzato il più possibile in modo da garantire concorrenza e quindi l’abbassamento dei prezzi per gli utenti finali.
All’interno di questo percorso, si situa il settore dello stoccaggio gas. L’assunto è che lo stoccaggio di gas nel sottosuolo garantisca ulteriore concorrenza al settore ampliando le fonti di approvvigionamento, preservando inoltre da eventuali shock dei prezzi dovuti ai mercati internazionali: ad esempio a San Benedetto il gas verrebbe iniettato nel sottosuolo d’estate, quando il consumo di metano è inferiore e quindi anche il prezzo d’acquisto per le compagnie (nel nostro caso Gas Plus), e rivenduto d’inverno, quando i consumi di metano aumentano e anche i prezzi di vendita sul mercato sono più convenienti (pago 8 d’estate, vendo a 10 d’inverno, realizzo un surplus di 2). La base della legislazione europea e italiana è che parte del profitto che si realizzerebbe in questo modo, invece che ricadere interamente come incasso per le corporation, si trasferisce anche agli utenti, con prezzi d’acquisto inferiori, proprio grazie alla presenza di una molteplicità di rivenditori in concorrenza tra loro.
Assunto di scuola economica classica. Elementare da capire nella teoria, e da condividere pure.
Eppure a fronte di tutto ciò cosa è successo nella realtà? Si tratta di una informazione che RivieraOggi.it ha cercato fin dai primi giorni dell’inchiesta, perché questa è la domanda delle domande. Per la Cgia di Mestre dal momento in cui è stato avviata la liberalizzazione del mercato del gas in Italia, 1° gennaio 2003, fino all’ottobre 2011, i prezzi del gas sono aumentati del 33%, contro un aumento dell’inflazione nello stesso periodo del 17,5%. Il costo del gas per gli utenti, quindi, durante la “liberalizzazione” è cresciuto di 1,9 volte in più rispetto al costo della vita.
Ecco spiegato il titolo di Cgia Mestre, che ha eseguito questa ricerca per diversi settori (tranne che per i trasporti urbani e l’energia elettrica, tutti gli altri settori sono fortemente aumentati nel prezzo finale, dalle assicurazioni ai servizi postali alle autostrade, qui apri l’allegato Pdf completo: LE LIBERALIZZAZIONI SONO STATE UN FLOP (1)).
Naturalmente la questione potrebbe avere anche letture diverse: ovvero che senza gli stoccaggi il prezzo del gas sarebbe aumentato ancora più di quel 33% (questo ad esempio è lamentato da alcuni giornali on line del settore come Energia24club.it) o che rischierebbe di subire notevoli impennate, o che l’Eni è stata solo parzialmente liberalizzata e di fatto agisce da incumbent, ovvero da predominante in un mercato ingessato; oppure che la liberalizzazione abbia portato dal monopolio statale all’oligopolio di poche e grandi imprese, che agirebbero da “cartello”. Su quest’ultimo tema presto RivieraOggi.it produrrà un nuovo importante servizio di approfondimento.
Fatto sta che l’insieme dei pacchetti di liberalizzazione (magari fatti male, come per il settore gas) hanno portato a prezzi molto più alti in tutti i settori, o quasi. Persino nel gas dove negli ultimi anni i consumi non sono affatto aumentati.
Dai dati del Ministero dello Sviluppo Economico i consumi nazionali di gas, dal 2003 al 2009, sono sostanzialmente identici mentre i prezzi finali sia per utenti domestici che per usi industriali sono saliti moltissimo. Per i piccoli consumatori domestici (meno di 500 milioni di metri cubi di consumo annuo) il prezzo è passato da 0,704 euro/mc tasse incluse di inizio 2007 a 0,793 euro/mc di inizio 2009; per le piccole e medie imprese industriali (meno di 5 mila metri cubi di consumo annui) il prezzo del gas incluso le tasse è passato da 0,535 euro/mc del 2007 a 0,629 euro/mc del 2009.
Considerazioni – quelle relative al mancato successo della liberalizzazione e alla mancata influenza dello stoccaggio – alle quali potrebbe rispondere Gas Plus (inviamo ai responsabili nazionali del procedimento di stoccaggio a San Benedetto copia di questo articolo via mail, nel caso avessero informazioni verificabili diverse) e anche una politica cittadina che volesse aprire un confronto serio e documentato in vista delle prossime assemblee cittadine.
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L’avevo già detto in un commento precedente rispondendo ad alcuni (mi sembra Primavera) che gli stoccaggi, sulla carta dovrebbero servire per calmierare i prezzi, in pratica, specie in Italia, sarebbero serviti solo per fare speculazione!
D’altronde, se dovrebbero dare al Comune l’1% delle royalties (mi sembra questa la percentuale, se non sbaglio) pari a 400.000 euro annuo, a quanto ammontano il restante 99%? Fatevi un conto e poi ditemi che non è speculazione!
Nonostante la normativa UE identifichi i depositi di stoccaggio gas come opportunità per aumentare la concorrenza io non vedo la correlazione tra depositi di gas e aumento della concorrenza così forte. I motivi per cui esistono i depositi (e quindi nel caso specifico anche quelli di gas) sono per far fronte alla variazione stagionale della domanda, per mitigare gli effetti della volatilità dei prezzi e come riserve strategiche. Queste tre motivazioni non hanno nulla a che vedere con la concorrenza, al più hanno a che vedere con la stabilizzazione dei prezzi che saranno meno volatili e maggiormente dipendenti dai grandi… Leggi il resto »
Lo stoccaggio è visto come uno dei tasselli di queste politiche. L’aumento della concorrenza risiederebbe (risiede, possiamo dire) nel fatto che altri operatori possono usufruire di quegli spazi. Gas Plus ad esempio gestirebbe un bacino di 500 milioni di metri cubi da immettere nel mercato del gas che prima non aveva (solo per citare quello di San Benedetto). L’effetto sui prezzi quindi dovrebbe aversi sia per via dell’accresciuto numero di “fornitori”, sia perché lo stoccaggio permette (permetterebbe?) di ridurre i costi di approvvigionamento per le grandi imprese fornitrici di energia, comprando d’estate e rivendendo d’inverno. Quanta parte dell’extra profitto dovuto… Leggi il resto »
Il tema incentivi è senz’altro fondamentale, ma l’aspetto stoccaggio continua a non convincermi: il gas immesso dallo stoccaggio è sempre un gas importato tramite i canali tradizionali (gasdotti e vendite alle frontiere) di fatto non si diversificano le fonti di approvvigionamento come sarebbe per gli impianti di rigassificazione.
Sono contrario alla “mercatizzazione” delle risorse energetiche: fosse per me tornerei alla nazionalizzazione, e pure di corsa. Bisogna però dare comunque informazioni corrette, e qui, Pierpaolo, non lo fai. Prova a consultare questo: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-GB-07-001/EN/KS-GB-07-001-EN.PDF pagina 67, troverai l’andamento del prezzo internazionale del gas (purtroppo i dati sono solo fino al 2007). Non puoi dare una variazione “a prescindere”, la devi rapportare all’andamento del prezzo sul mercato internazionale della risorsa, sennò non fai un buon servizio d’informazione. E non va bene neppure che ti nascondi dietro il “si potrebbe obiettare”: il titolo “Gas liberalizzato costa il 33% in più.” e tutto… Leggi il resto »
Beh non tiro “gas” al mio mulino! Come ti dicevo tempo fa sono alla ricerca di dati empirici che non siano mere dichiarazioni di intenti, anche legislativi. I dati sono di Cgia Mestre, per l’energia elettrica ad esempio le informazioni sono diverse: e se avessero detto diversamente sarebbero stati presentati in maniera diversa (la ricerca è stata pubblicizzata sabato scorso e ho estrapolato il dato per noi utile: e poiché tranne due campi tutti hanno dato segni negativi, la Cgia ha bocciato le liberalizzazioni nel suo comunicato; io nel campo del gas, e i dati non sono controvertibili su questo).… Leggi il resto »
Secondo me ti complichi inutilmente la vita: era già indicativo rapportare quel dato che ti ho dato all’aumento di cui parli tu. Comunque mi permetto di far notare un ulteriore paradosso di questo sistema di pseudoliberalizzazioni: come dici Gas Plus dovrebbe andare a fare concorrenza ad ENI, di cui lo stato dispone ancora di una maggioranza relativa. Il che, se Gas Plus fosse totalmente privata, sarebbe almeno “coerente” con la logica di liberalizzazione (che pure, come detto, avverso). Ma non possiamo dimenticare che Gas Plus non è Gas de France, ma una società tra questa e ACEA, di cui il… Leggi il resto »
Sì, anche a me mi pare… ma tutto è possibile (la questione prezzo estero/nazionale potrebbe servire ma sarebbe sempre molto approssimativa e comunque sarebbero dati molto laterali rispetto alla questione locale, inoltre non ho i dati precisi almeno fino ad ora, tranne che 2007-09 per i prezzi al consumo italiani e il grafico del prezzo medio europeo che hai linkato, fino al 2007… questo ci darebbe una eventuali risposta sulla liberalizzazione forse, ma non sulla bontà dello stoccaggio). ps. siccome in questo settore economico prendo dati, elaboro e scrivo, sono costretto comunque a pubblicare “articoli” anche prima di arrivare ad… Leggi il resto »
http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2011-10-28&task=dettaglio&numgu=252&redaz=11A14284&tmstp=1320067779153%29
Pier Paolo tieni conto di questo e tutto sarà più chiaro, altro che concorrenza!!