SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tutti aspettavano Cetto. E Cetto si è palesato, con tanto di minaccia: “Non ci sperate troppo: ritorneremo!”. E giù applausi a valanga per chi fa del “I have no dream” il suo motto. Poi però Antonio Albanese torna nei suoi panni, alla sua voce normale: “Mi vergogno come una bestia a farlo – confessa sorridendo – quando andavo da Fazio chiedevo di registrare la puntata, non riuscivo a non ridere”. Eppure il politico La Qualunque non nasce dal nulla: “Ho cominciato a frequentare i comizi dei piccoli paesi, girando l’Italia in lungo e in largo. Sono passato pure da queste parti”.

I principi di Cetto li conosciamo: “Chiù pilu pi tutti. U pilu crea lavoro”. Sentenzia:“Questa cosa dei bisognosi è una mania!”. Confessa: “Questa frase la pronunciò davvero un sindaco”. Prova che la realtà ha superato oramai la fantasia: “Sette anni fa mi dissero che esageravo”.

Ma ad aprire “Personaggi”, lo spettacolo che il comico lombardo ha proposto al Palariviera dinanzi ad ottocento spettatori, sono state due caricature opposte tra loro: l’ottimista ed il Ministro della Paura.

Non possono mancare Epifanio (sempre più timido) e Alex Drastico, con quest’ultimo che ha aperto una palestra per sviluppare esclusivamente la parte del corpo in cui i veri culturisti non “primeggiano”. Lancia un occhio sul mondo reale e rimembra: “Vi ricordate quando eravamo poveri? Quando non c’era posto nei ristoranti?”.

Albanese descrive anche il nord e manda in scena Ivo Perego, ingegnere brianzolo dedito unicamente al lavoro: “Ho un capannone enorme di eternit e produce eternit”.

Il bis è tutto per il sommelier: “Nacque a Bologna in trattoria”. Grembiule nero, tastevin al collo. Il bello sta tutto nei “preliminari”: estenuanti, eterni, pieni di inutili decorazioni coreografiche. Nell’attesa della valutazione del vino: “E’ rosso”.