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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Tutti parlano a nome del popolo. Vorrei ricordare che quel famoso popolo mi ha votato”. Quella che sembra un’appannata esternazione di Silvio Berlusconi è in realtà una fresca presa di posizione del sindaco Giovanni Gaspari, pronto a rimembrare alla stampa come si sia espressa la cittadinanza sambenedettese lo scorso mese di maggio. “Non è passato nemmeno troppo tempo da quando ci siamo misurati”, risponde stizzito a chi lo chiama in causa nel merito della centrale del gas che dovrebbe nascere all’Agraria: “Anche in quel quartiere il risultato è stato chiaro e di questo tema già se ne parlava. A scanso di equivoci”.

Un refrain ormai consolidato, ripetuto a più riprese in varie occasioni dall’inizio dell’estate fino ad oggi. Come se il diritto di governare acquisito equivalesse ad una sorta di passepartout globale, capace di zittire le ragioni di qualunque oppositore o semplice osservatore.

La democrazia è dibattito, persino scontro. Figuriamoci se non lo sa chi quel termine lo ospita nel partito d’appartenenza. Ed il principio resterebbe in vigore pure nei casi di consenso bulgaro, dove un sano contraddittorio non nuocerebbe alla salute di alcuno.

Sarebbe curioso, volendosi prestare al gioco, interpellare sulla questione del gas ogni singolo elettore del centrosinistra. Ma questi, appunto, son giochi. La democrazia è altro.