SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Siamo stati contattati dalla signora Carmen De Sanctis e dal signor Umberto Paolini per trattare il caso di S.F.D. (pubblichiamo di nostra volontà solo le iniziali).

S.F.D. ha 51 anni e vive nella nostra città da 25. Dopo la perdita dei genitori e a seguire quella del fratello, cade in depressione. L’esiguo stipendio e l’assenza di lavoro sono i motivi per i quali S.F.D. decide di vivere all’interno di un ufficio senza finestre per circa 6 mesi. L’aggravarsi della sua condizione mentale, di una situazione non affatto sostenibile e la mancata risposta da parte delle autorità locali alla domanda di concessione di case popolari o situazioni di pensionamento, conduce S.F.D. al tentativo di suicidio.

L’uomo si salva e viene ricoverato in psichiatria, dove gli attribuiscono il 70% di infermità mentale. Dal 17 settembre S.F.D. viene trasferito alla casa di riposo per anziani “Ciccarelli” a Cupra Marittima. Una situazione definita dalla sua assistente sociale “momentanea” e non scelta dall’uomo in quanto le condizioni dell’attuale sistemazione non sembrano adeguate al suo stato psicologico.

Questa mattina, mercoledì 23 novembre 2011, l’assistente sociale del comune di San Benedetto del Tronto ha richiesto, attraverso un fax inviato alla direzione della casa di riposo, che S.F.D. paghi una rata mensile (la cui cifra dovrebbe aggirarsi intorno ai 1000 euro) e non solo: l’uomo dovrebbe versare, inoltre, la somma relativa ai mesi arretrati. Una decisione impensabile per S.F.D. se si pensa soprattutto che la sua pensione è pari a 270 euro.

“Non concepisco che mi vengano chiesti gli arretrati nonostante non sia stata una mia scelta – dichiara S.F.D. – Non voglio pagare per stare male e pur volendo la mia pensione non mi permette di mantenermi. Esistono degli appartamenti per malati nei pressi di via Goffredo Mameli non ancora utilizzati per mancanza di personale e il comune paga l’affitto da un anno. Attendo una sistemazione da molto tempo – prosegue – ma non ho mai ricevuto una risposta positiva alle mia richiesta. Esiste inoltre un mini appartamento in via Granchi di proprietà dell’Erap che viene assegnato attraverso i bandi. Quella sarebbe una sistemazione ideale considerando che si trova vicino a quella di Carmen e Umberto “Lu Beccio”. Mi appello alla stampa – conclude S.F.D. – affinchè la mia voce, che non ha mai dato fastidio a nessuno, venga ascoltata”.