Samb. Visto quando è successo domenica scorsa al Riviera delle Palme (contestazione di una parte della curva nord all’imprenditore Sandro Assenti che, su richiesta di alcuni appassionati, stava coagulando un gruppo in grado di aiutare economicamente gli attuali dirigenti Pignotti e Bartolomei) mi è sembrato giusto sentire Assenti per sapere cosa ne pensa, a freddo, dopo le amare dichiarazioni di domenica scorsa appena venuto a conoscenza dell’accaduto.

Conosco Sandro da quando è nato, l’ho tenuto in braccio, ma mai l’ho visto così disorientato e amareggiato per le offese ricevute durante la gara Samb-Real Rimini. E’ così triste che ha quasi perso la parola: “Scusami Nazzareno ma non ho nessuna voglia di parlare perché i fatti di domenica scorsa mi hanno letteralmente annichilito e tu sai che a me non piace fare la vittima“, mi ha detto.

Ho insistito chiedendogli che decisioni intendeva prendere in seguito alla violenta contestazione legata al suo nome per un’iniziativa che era sicuramente pro Samb e non contro. La sua risposta c’è stata, anche se egualmente lapidaria: “I dieci imprenditori che avevo convinto a legarsi in qualche modo alla Samb, ora dovranno fare a meno di me, visto che il mio nome, seppur come portavoce, è di disturbo. Non torno indietro. Ora desidero soltanto essere lasciato in pace dopo che avevo sognato un futuro più stabile per la mia Samb“.

Parole amarissime e, credo, da comprendere perché non è mai bello sentirsi apostrofare in luogo pubblico con l’aggiunta di striscioni pieni di insulti. Oltretutto fuori luogo oltre che immeritati. Fatti che mi hanno riportato ad alcune riflessioni sulle vicende della Samb. Ad inizio di campionato sono apparse sul sito della Samb gratuiti giudizi nei miei confronti: la sintesi di quanto fu scritto è che il sottoscritto non ama la Samb anzi vuole il suo male. Anch’io ci rimasi di stucco.

Inafatti il fesso del sottoscritto, tra le altre cose fatte e dette per il bene della Samb, negli anni precedenti alla gestione Spina, ha organizzato a fine stagione feste e premi per giocatori, stampa e società, per dare alla squadra un senso di appartenenza alla località in cui hanno giocato, altrimenti i vari Consigli, Cigarini, Carini, Loviso, Colantuono, Ballardini e tutti gli altri si sarebbero chiesti: ma dove siamo capitati? L’ho fatto solo per amore eppure, caro Sandro, sono stato ricompensato recentemente nel modo cho ho sopra descritto.

Emblematico poi il caso simile accaduto nel 1991: uno striscione irriguardoso, con cori annessi, nei confronti miei e di mio fratello sempre dallo stesso punto dello stadio, ci indicavano come nemici della Samb perché scrivevamo che Venturato avrebbe fatto scomparire la Samb da tutti i campionati. Così fu. C’est la vie. Ma io non mi rassegno perché per me anche la Samb è vita.