MONTEPRANDONE – Meno rischi di cedimento e una struttura più solida per il santuario di San Giacomo della Marca. Un progetto che è divenuto realtà grazie ai lavori di restauro e consolidamento della cappella di Santa Maria delle Grazie, sita all’interno del santuario simbolo della comunità monteprandonese. L’intervento si era reso necessario dopo uno studio che aveva riscontrato una serie di lesioni e danni strutturali dell’edificio, dovuti a dissesti amplificati negli anni, in particolare dopo l’ultimo terremoto del 2009.

Così un anno fa il Comune, proprietario della stessa Chiesa di Santa Maria delle Grazie, aveva deciso di avviare l’opera, finanziandola con 120 mila euro. Il progetto è stato redatto dall’architetto Lara Marzioni, coadiuvata dall’architetto Pierpaolo Filipponi, mentre i lavori sono stati affidati tramite gara alla ditta “Alberto e Gabriele Malavolta”. Gli interventi, poco invasivi per salvaguardare il patrimonio estetico e formale della Chiesa, si sono estesi, oltre che alla Cappella di Santa Maria delle Grazie, anche alla Cappella in cui sono conservate le spoglie di San Giacomo, l’attuale locale adibito a confessionale e il loggiato esterno della Chiesa. Poiché il terreno tendeva a scivolare verso valle, è stato necessario un consolidamento tramite pali trivellati ed un cordolo di connessione alla fondazione esistente, mentre all’interno si è intervenuti mediante micropali posti sul lato sud della struttura.

Durante la presentazione dei lavori, al termine della Santa Messa domenicale, il Padre guardiano del santuario Marco Buccolini ha ringraziato vivamente l’amministrazione, senza la quale l’opera non sarebbe stata possibile, ma anche tutti i cittadini ed i fedeli che hanno offerto il loro contribuito con una donazione. “Ringrazio i giovani architetti, la ditta, il responsabile dei lavori pubblici Pino Cori ed i consiglieri comunali che hanno scelto di utilizzare questa somma per un progetto per noi prioritario, rinunciando ad altri progetti – ha concluso il sindaco Stefano Stracci -. Questo è infatti il tesoro della nostra comunità, che le generazioni precedenti ci hanno consegnato e che noi abbiamo il dovere di preservare per le generazioni future”. Ora che la struttura è al sicuro, per completare l’opera mancherebbe solo il restauro delle opere d’arte all’interno del santuario, per il quale il Comune ha chiesto un aiuto allo Stato.