SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo le parole del Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, pronunciate lo scorso 22 ottobre, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ponte stradale sul Tronto (anche se il sindaco di San Benedetto, Gaspari, non ha tardato a ricordare che “Non si parli di nuova infrastruttura, quella è una semplice messa in sicurezza attesa 20 anni”), Riviera Oggi ha pensato di approfondire la vicenda relativa al percorso dell’A14, o meglio alla realizzazione della terza corsia nel tratto che va da Rimini a Porto Sant’Elpidio.

Queste le parole di Spacca: “Mi dispiace che i lavori sull’autostrada A14 (terza corsia, ndr) si siano interrotti a Porto Sant’Elpidio, noi volevamo che arrivassero quaggiù”. E ancora: “Se non c’è stato l’accordo ciò non può essere addebitato alla Regione ma al territorio che non seppe trovare le giuste sintesi riguardo al tracciato, tuttavia noi lotteremo affinché i lavori proseguano”.

Insomma, amministratori locali bisticcioni e Piceno penalizzato non per distrazione di mamma Regione Marche o per l’eccessivo costo del tratto a sud di Pedaso. Lo ricordiamo, l’intervento di Autostrade per la terza corsia da Rimini a Porto Sant’Elpidio corrisponde ad un valore di 2,4 miliardi di euro (con cinque nuovi svincoli sui dieci già esistenti, nuove gallerie, asfalti drenanti, pannelli fonoassorbenti) che, come molte altre questioni di recente sollevate anche dal sindaco Gaspari, restano “Picenoless”.

Nei giorni successivi abbiamo spulciato il nostro archivio e, da un comunicato del 5 luglio 2006 della Provincia di Ascoli, si legge già nel titolo: “La giunta dà parere favorevole alla terza corsia fino a Pedaso”. Già qui vi sono delle differenze rispetto a quanto poi realizzato (il nuovo tratto si ferma prima, infatti, a Porto Sant’Elpidio), probabilmente a causa delle indecisioni dell’ex sindaco di Fermo Di Ruscio e l’ex sindaco di Porto San Giorgio Brignocchi (oggetto di contestazioni con un comitato su Facebook a favore della terza corsia fino a Pedaso, dove si legge anche che “questi personaggi politici hanno interdetto la terza corsia anche da Pedaso verso sud, vedi San Benedetto del Tronto, Giulianova e tante altre cittadine rivierasche delle Marche e dell’Abruzzo di profilo strettamente turistico”).

La nota stampa dell’allora amministrazione di Massimo Rossi si dilungava molto sulle opere accessorie e di miglioramento rispetto al progetto iniziale nel tratto Porto Sant’Elpidio-Pedaso (allora ancora di competenza della provincia picena e non già fermana).

Nella parte finale del comunicato, Rossi faceva però riferimento alla parte meridionale della provincia: “Per quanto attiene invece al futuro del tratto autostradale a sud di Pedaso, che suscita riserve in alcuni attori istituzionali e politici contrariamente a quanto viene affermato da varie fonti sugli organi di informazione, esiste già un’ipotesi precisa contenuta nella Proposta di Intesa Generale Quadro predisposta dalla Regione Marche ed oggetto quest’oggi di un confronto presso il Ministero delle Infrastrutture tra il Ministro Di Pietro e il Presidente della Regione Marche. L’ipotesi recita testualmente: “Giulianova – San Benedetto – Pedaso, completamento della terza corsia autostradale dell’A14 nel tratto Sud delle Marche, fino all’allaccio con la bretella di raccordo (SS80) con l’A24, con eliminazione delle tortuosità e relative opere di mitigazione”.

Vi potrebbero dunque essere ancora dei progetti di realizzazione per comprendere anche Piceno ed eventualmente Teramano. Magari, chissà, il Presidente Spacca e i rappresentanti regionali del Piceno potrebbero attivarsi per agganciare l’ultima (remota?) possibilità di adeguare il Piceno al resto delle Marche.