SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ci siamo occupati molto della vicenda dello stoccaggio di gas nel sottosuolo di San Benedetto nel corso dello scorso anno. Non eravamo presenti lunedì scorso all’incontro in oggetto della lettera che Alfredo Vitali, nostro assiduo e antico lettore, ci invia di seguito. Non per questo non vogliamo ancora approfondire la questione, mettendo a confronto pareri nel caso opposti. La lettera di Vitali, ad ogni modo, offre un contributo importante dal quale ripartire.
Gentile direttore,
lunedì 31 ottobre ho partecipato, presso la sala Don Marino della chiesa di Cristo Re, all’incontro informativo sul deposito di stoccaggio del gas (spesso erroneamente chiamato rigassificatore) che si vuole impiantare nel Comune di San Benedetto in zona Agraria.
Sapevo della sua pericolosità, ma sentirne parlare da degli esperti, un geologo ed un tecnico che lavora in centrali di questo tipo, ha reso ancor più evidente la necessità di evitare che una simile opera sia realizzata.
Sarebbe la fine per San Benedetto, sicuramente dal punto di vista turistico, ma soprattutto, anche sotto il profilo sanitario (ai voglia a parlare di Area Vasta).
Le conseguenze sarebbero (in modo molto sintetico):
– aumento incontrollato delle polveri sottili, dell’ossido di azoto e dell’inquinamento in generale con conseguente incremento di tumori;
– possibilità di inquinamento delle aree circostanti, delle falde acquifere ed anche del mare da parte dei materiali di scarto;
– possibilità di scosse sismiche o di avvallamenti del suolo (non ricordo precisamente il termine tecnico) dovuto alla continua alternanza di immissione ed estrazione del gas;
– inquinamento acustico molto forte non solo nei primi 2 -3 anni di trivellazioni, ma anche durante il periodo dell’esercizio;
– non si sa dove verranno stoccati i materiali inquinanti che saranno estratti durante il periodo di trivellazione;
– deprezzamento delle abitazioni di circa il 50%.
Queste le più importanti conseguenze.
E’ importante sapere che il problema non riguarda la sola zona Agraria, ma tutta San Benedetto. Infatti il “serbatoio naturale” interessato, si estende fino al centro di San Benedetto, e le polveri sottili verrebbero spinte dal vento soprattutto a San Benedetto e nelle zone circostanti; paradossalmente la zona Agraria sarebbe quella che soffrirebbe meno di questo aspetto.
Dico questo perché sembra che i residenti di San Benedetto centro non si sentano toccati minimamente dal problema mentre invece ne sarebbero travolti. D’altra parte anche molti dei residenti di Porto d’Ascoli non sono consapevoli del pericolo, così come mi sembra che non ne siano consapevoli le varie associazioni di commercianti e gli imprenditori turistici.
La cosa più preoccupante è che la Regione Marche, cui spetta la decisione sulla realizzazione dell’impianto, ha affermato, anche se non ufficialmente, di essere favorevole. Ed infatti per evitare che il sindaco (per ora completamente assente, anzi quasi complice della Regione per non aver inviato la lettera di rifiuto entro i 60 giorni di tempo) spinto dai cittadini potesse bloccare il progetto, ad esempio invocando problemi di impatto ambientale (alluvioni, sforamento dei decibel…) ha inserito nelle pieghe della legge per il bilancio una legge porcata che praticamente toglie ai comuni la possibilità di decidere in materia di impatto ambientale: la 12878 (ex 367/2009), con la quale intende destituire i comuni dalle proprie funzioni e prerogative , a vantaggio della discrezionalità dell’autorità precedente, in marito alle valutazioni ed autorizzazioni impatto ambientali. Da notare bene che la proposta di legge è stata redatta da colui che la deve applicare. Una vera mascalzonata.
Vista la diffusione del suo giornale, le scrivo perché possa con i suoi articoli cercare di sensibilizzare al più presto i cittadini al problema e che magari riesca a creare un caso politico riguardo alla legge porcata, coinvolgendo i sindaci ed i politici (peraltro credo che ancora molti non sappiano della cosa) in modo che la Regione si trovi costretta a rinunciare alla legge.
Il tempo sta per scadere, bisogna sbrigarsi.
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Visto e considerato che a volte non è possibile garantire il meglio cerchiamo almeno di evitare il peggio. La prima cosa da fare, anche per onorare la verità, è cercare di sapere da dove è iniziato l’iter procedurale, quali siano stati gli organi collegiali o i i soggetti singoli che abbiano partecipato attivamente o con colpevoli omissioni a farci giungere a questo stato di fatto. Penso che qui siano in ballo una serie di responsabilità politiche, desumo che più sindaci siano coinvolti in una maialata del genere, sono certo che vari assessori si siano succeduti ficcando la testa come struzzi… Leggi il resto »
Per quel che ci riguarda, credo che il nostro dovere lo facciamo. Possiamo sicuramente fare di più e ci proveremo anche se in Italia c’è la “scusa” che senza contributi pubblici non si può fare informazione perché costa. A me, sinceramente, pare il contrario e cioè che i contributi pubblici bloccano la libera informazione. E’ comunque verissimo che l’informazione costa e noi stiamo cercando di trovare sinergie soltanto attraverso abbonamenti, pubblicità non ingombrante e lavoro tipografico. Praticamente soffriamo con piacere anche se, crescendo, le nostre responsabilità (in tantissimi ci stanno chiedendo di alzare la voce più di quanto già facciamo… Leggi il resto »
Oltre al MoVimento 5 Stelle (organizzatore dell’evento), sarebbe ora che si facessero sentire anche le altre forze politiche locali, sarebbe ora che ci dicessero cosa ne pensano dell’impianto e cosa di conseguenza vogliono fare.
Sindaco, assessori, consiglieri.. toc toc.. c’è nessuno in casa?
Andrea hai sbagliato tutto : chiedi e bussi …. NON C’E’ NESSUNO non lo hai capito?
1- iniziare incontri con i cittadini sulla SERIA questione.
2 – promuovere un convegno a brevissimo tempo per avere notizie certe.
3- al convegno invitare tutti i soggetti interessati al mega impianto.
TUTTO QUESTO ?? .. SUBITO, domani è tardi.
Direttore il movimento N.O.I. è ancora funzionante?’ questa è il primo banco di prova per mettersi dalla parte dei cittadini, incominciare a correre altrimenti si arriva ultimi..
Credo di sì, chiedi ad Alessando 84
Non sarebbe impossibile un ricorso al TAR?
Come si sposa tutto ciò con un parco marino e una riserva naturale, proprio lì, a due passi…
Ragazzi,
facciamo i seri…
…per chi non è stato alle nostre conferenze,vorrei far conoscere alcuni dati (anche per capire l’importanza e la portata dell’inquinamento che la centrale “immetterà” nel nostro comune,ma anche a Centobuchi,Colonnella,Martinsicuro,Cupra,)dunque..per tutti i 24/36 mesi della costruzione della centrale avremo un inquinamento pari a (faccio una comparazione con le caldaie domestiche e con le auto, il software è del Politecnico di Milano): -107.000 CALDAIE DOMESTICHE nei sei mesi invernali (quindi calcolando un nucleo famigliare di 2,5 persone, la nostra città avrà pressapoco 20.000 caldaie …moltiplicando 107.000 per 2,5 avremo un incremento di inquinamento come una città di 267.000 abitanti. -47.000 (se… Leggi il resto »