SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prendo lo spunto dalla trasmissione Zapping su Radio Uno per dare il mio personale appoggio (e quello del giornale) alla Campagna Sforbiciamo i costi della politica” Dimezziamo il numero e gli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali? Cancelliamo i vitalizi? Riduciamo i costi della politica? Per aderire andare su www.zapping.rai.it.

Nella trasmissione di ieri uno degli ospiti ha detto che, contrariamente da quanto ha affermato un parlamentare “interessato”, i vitalizi non fanno parte della costituzione e che, quindi, potrebbero essere eliminati in modo semplicissimo dall’oggi al domani. Il conduttore Aldo Forbice sta finalmente tirando fuori le unghia, in tempi recenti l’avevo giudicato troppo morbido e orientato.

Complimenti a lui e alla trasmissione nella quale, però, Forbice e i suoi ospiti hanno spesso detto che la sforbiciata non avrebbe risolto i problemi economici della Nazione. Come se fosse un motivo per non farlo. Non è un motivo per non farlo innanzitutto perché si farebbe giustizia verso chi lavora veramente e poi perché la politica non è un lavoro (non era!) ma un servizio. Il vero motivo è un altro e lo testimonia il fatto che non ho mai sentito dire da nessun parlamentare che servono tanti deputati, tanti consiglieri regionali, provinciali, locali eccetera perché il lavoro è tanto e devono suddividere il “peso” per… sudare di meno. In effetti sarebbe offensivo se qualcuno lo dicesse.

I motivi veri sono altri, eccoli: lo stipendio va dimezzato perché la politica è un servizio sociale e non un lavoro che frutta reddito; secondo perché è difficile distinguere nella “grande massa” i “buoni” (mosche bianche) dai “cattivi” (mosche nere). Nella confusione, infatti, le “mosche nere” fanno a gara per confondere le idee ai cittadini, complice gran parte della stampa.

Un prologo lungo il mio ma necessario per far capire e ricordare al politico Giovanni Gaspari che lui si è fatto in quattro per ridiventare sindaco di San Benedetto del Tronto e quindi non è più un singolo cittadino ma un’istituzione e non può confondersi e confondere le sue responsabilità con quelle di altri.

In una conferenza stampa di oggi, 27 ottobre 2011, ha detto che un settimanale in edicola (Riviera Oggi non più Sambenedetto Oggi, per la cronaca) ha ridotto tutto ad un contenzioso tra la figura di Gaspari (parla anche di fumetti ma non capisco perché) e quella di Gian Mario Spacca per quel che riguarda i presunti torti al Piceno, da lui stesso rivendicati alla Regione Marche.

Fino a prova contraria, per me che sono il direttore e quindi sono responsabile di quanto viene scritto su Riviera Oggi, Giovanni Gaspari è il rappresentante di un comune del Piceno, Gian Mario Spacca di una regione italiana. Non vedo cosa Gaspari ci abbia visto di personale tanto da dire che il mio giornale ha ridotto il problema a loro due. Magari qualcun altro, Paolo Perazzoli, può averci visto qualcosa di “personale”, ma noi proprio no tanto che ci siamo complimentati con lui e non con il consigliere regionale che avrebbe dovuto “superarlo” nella protesta che pare, però, abbia condiviso.

Nello stesso video c’è un’altra contraddizione palese: dopo aver detto che il problema tra Piceno e Marche lo ha creato Riviera Oggi (all’uopo vi invito a leggere un commento di avanti ieri nel quale un lettore scrive: “volete vedere che alla fine la colpa è di Riviera Oggi!” e il sottoscritto che replica: “Lei scherza ma la sua non è una semplice battuta“), lo stesso Gaspari riferendosi ad un altro torto, ovvero al fatto che il nuovo ponte sul Tronto non sia un “regalo” della Regione ma una necessità per la sicurezza: i particolari nell’articolo in home page) dice testualmente “noi non abbiamo l’anello al naso“; c’è da capire se quel noi è un plurale maiestatis o se l’anello al naso ce l’ha solo lui. Posso capire che, come me, il sindaco è incavolato per i torti subiti dall”Internazionale Calcio ma io, nel mio turbamento, stamattina non straparlavo.

Siccome la forza di continuare nella mia (nostra) battaglia di riuscire a far sentire i cittadini sempre meno soli, me la danno solo i complimenti, l’altro giorno ho ricaricato le mie batterie che si stavano scaricando con queste parole di un responsabile di un giornale abruzzese: “Lei direttore è duro ma non acido, per questo la seguono quasi tutti i cittadini della Riviera ed ora anche molti del Piceno“. Sono rinato anche perché io sono molto severo con me stesso e mi ero anche chiesto in questi giorni, vista la mia età: “Non è che sto diventando acido“. Amen.