SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riportiamo qui di seguito quanto scritto nel comunicato inviato dall’ex consigliere comunale Daniele Primavera:
“Leggo con sempre maggior stupore le dichiarazioni dell’amministrazione comunale in tema di Case Popolari: lo stupore, più che per la faccia tosta del primo cittadino e della dott.ssa Sorge, che ormai ci hanno preparato ed abituato a qualunque uscita, è indirizzato verso l’atteggiamento dei giornali che ancora una volta fungono da cassa di risonanza per gli annunci dell’amministrazione senza ricordare, neppure incidentalmente, la storia di questi numeri snocciolati con tanta soddisfazione. Se infatti gli scriventi – nel caso Massimo Falcioni e Marco Braccetti, peraltro di solito bravi nel ricercare nelle pieghe del non detto, ma forse stavolta un po’ superficiali; ma vale per tutte le testate – avessero ricordato le precedenti dichiarazioni del Sindaco, probabilmente il taglio dei loro articoli sarebbe stato, usando un eufemismo, meno celebrativo. Chissà, forse avrebbero invece ricalcato l’irriverenza di qualche capo di stato che, messo di fronte a una domanda su Berlusconi, non è riuscito a trattenere le risate. Già, risate amare, perché ascoltando certe parole da Gaspari non si può reagire diversamente. Alla “festa” (e ci vuole coraggio a festeggiare!) per la consegna avvenuta in minima parte di 32 alloggi popolari in 6 anni su 370 domande conformi, infatti, andrebbe contrapposto il ricordo di quanto dichiarato dallo stesso Gaspari più di un anno fa, il 18 settembre 2010:
“Alla fine del mandato [Aprile 2011, nda] lasceremo alla città 172 alloggi di edilizia convenzionata e sociale”
Per gli smemorati, la somma era così ottenuta: 36 alloggi in Via Manara, 36 alloggi all’annunziata e 100 alloggi dal piano casa. Del resto, pochi giorni dopo fu lo stesso BUM a smentire Gaspari, come feci notare in un comunicato, fornendo cifre completamente diverse:
http://www.rivieraoggi.it/2010/10/16/103061/edilizia-popolare-primavera-il-bum-smentisce-gaspari/
Ed oggi le dichiarazioni di Gaspari e Sorge, se un merito ce l’hanno tra le consuete volute ambiguità (come l’aver dati per certi ulteriori 20 alloggi all’Annunziata di cui non risultano né progetti né fondi, o come l’essersi ri-assunti il merito dei 32 alloggi all’Annunziata che non derivano da varianti approvate dall’amministrazione ma di molto precedenti), è quello di aver dato notizia che gli alloggi che ci si aspettava dal piano casa sono meno che dimezzati, passati da “100 sicuri” a “40-50, di cui il Consiglio deciderà quanti saranno alloggi popolari”. Una ulteriore attestazione del fallimento delle politiche di programmazione di questa amministrazione. Insomma, Gaspari e la Sorge utilizzano il disagio abitativo per farsi propaganda, nel silenzio assoluto di opposizioni sostanzialmente concordi o caratterizzate da un’inesperienza tale da risultare completamente ininfluenti al dibattito pubblico.
La realtà è che questa amministrazione, tanto quanto l’amministrazione Martinelli, non tiene in alcuna considerazione il disagio abitativo dei cittadini sambenedettesi (peraltro destinato ad aumentare sensibilmente con l’aggravarsi della crisi), ma ha invece un occhio privilegiato verso l’imprenditoria del mattone che ancora oggi sembra dettare la linea politica alla maggioranza. E, purtroppo, nessuno sembra curarsene.
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Prendiamo atto che l’ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista è un attento osservatore per cui riteniamo il suo intervento una dovuta e utile integrazione al servizio di Falcioni, come prassi della nostra linea editoriale. Siamo contenti quando il lettore… non legge soltanto ma aiuta tutti a comprendere meglio. Non conosco depositari della verità assoluta e non lo sono nemmeno i giornalisti, noi compresi. L’unica cosa che non condivido è la parola “celebrativo” ad un nostro articolo, non fa parte del dna di Riviera Oggi. Anzi quando qualcuno si accinge a scrivere per noi è la prima cosa che gli dico.
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non c’era alcuna volontà polemica in quel “celebrativo”. Per forza di cose se un articolo si limita a riportare degli annunci di un politico dando per verificate le sue parole l’articolo diventa celebrativo, anche se non necessariamente ossequioso (e quello di falcioni non lo era). So che è dura, ma un giornalista dovrebbe verificare tutto quello che scrive, anche quando la dichiarazione è rilasciata dal sindaco in persona, e anzi pretendere che chi rilascia dichiarazioni le supporti portando gli atti. Chiedere pezze d’appoggio, sempre, e verificare le dichiarazioni precedenti sullo stesso tema. Sennò il lettore disattento legge solo l’ultimo articolo… Leggi il resto »
Io ti caspico ma credo che, nemmeno il più grande e ricco giornale del mondo, riuscirebbe a conoscere tutto di tutti e qualche volta per mancanza di tempo e per non sbagliarsi, lascia al lettore la libera interpretazione. Se noi, più di altri, riusciamo a comunicare ai lettori in modo più completo e giusto, lo dobbiamo proprio ai commenti che, non mi stancherò mai di dirlo (lho scritto e detto tantissime volte), hanno un valore grandissimo quando arricchiscono (anche con critiche educate e costruttive come lo è stata la tua) la comunicazione che si vuol dare al cittadini, per farli… Leggi il resto »
No, ma infatti non è pensabile che su ogni parola il giornalista faccia il segugio! Ci mancherebbe. Semplicemente, se si fa una conferenza stampa sulle case popolari, il giornalista può chiedere quali atti si stanno presentando. Se non ci sono atti, non si sta presentando nulla, e dunque non si pubblica nulla, anzi si mette in chiaro che se la cosa si ripete l’esponente non sarà più degnato della presenza. Non è possibile che i giornali siano invasi da conferenze stampa e comunicati che non dicono nulla – nel senso che non danno alcuna notizia. Quella conferenza stampa nello specifico,… Leggi il resto »
Hai ragione, quello che tu dici è verissimo. Non posso che concordare perchè, quando stavo sul campo, mi comportavo (mi ci comporto ancora così ma, visto il mio ruolo ho meno opportunità) proprio come indichi tu nella parte finale del tuo commento tanto che, in conferenza stampa, sono sempre stato un giornalista scomodissimo. Anche Pier Paolo Flammini quando ci va (anche lui poche volte) ha un comportamento simile. Infatti, dico sempre ai miei collaboratori che, anche se non c’è un vero motivo, in conferenza stampa bisogna scavare non domandare. Devo però confessare che nei primi 4-5 anni di giornalismo avevo… Leggi il resto »