ASCOLI PICENO – Nessuna comunicazione ufficiale da parte dalla Questura di Ascoli Piceno fino all’ora di sera, ma la notizia è che perquisizioni siano state condotte anche in due città della provincia di Ascoli Piceno in merito agli eventi di Roma, il 15 ottobre. Bocche cucite però sui luoghi e i risultati ottenuti da queste perquisizioni. Nulla di fatto? Oppure necessità di mantenere il riserbo?
L’Ansa parla di “accertamenti congiunti di polizia e carabinieri in particolare in una città, su cui vige uno stretto riserbo”. Ad ogni modo sicuramente sono state condotte indagini ad Ascoli e San Benedetto.
Accertamenti che sicuramente sono stati eseguiti in provincia di ancona dove gli agenti della Digos affermano di aver rinvenuto “alcuni caschi e mazze, una quindicina di fumogeni” nelle abitazioni di sei o sette “esponenti dell’area antagonista”, citiamo l’Ansa. Il loro avvocato però, Paolo Cognini, afferma che “non sono emersi elementi ”in grado di supportare eventuali ipotesi accusatorie”.
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Mi auguro davvero che questo intervento, del tutto fuori tempo massimo, non sia semplicemente il risultato della necessità di “tranquillizzare” l’opinione pubblica facendo vedere che la polizia fa qualcosa. Purtroppo, almeno per come viene raccontato, con centinaia di perquisizioni massive che mi sembrano decisamente indiscriminate, mi viene invece di pensare che si stiano gettando reti a strascico nella speranza di poter dire “abbiamo trovato questo o quello”, peraltro in maniera abbastanza insignificante, dal momento che le armi di offesa del blocco nero sono oggetti che chiunque può trovare in qualunque casa (se pure venissero da me, dico subito che ho… Leggi il resto »