GROTTAMMARE – Finalmente Città. Fortemente richiesto dallo storico Mario Petrelli, a firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’11 ottobre scorso a Grottammare è arrivato il tanto atteso titolo.
“E’ una gioia, questa – ha commentato il sindaco Luigi Merli – che giunge in un momento di crisi delle istituzioni e di grande mortificazione per i Comuni italiani. Come amministratori, abbiamo ereditato un impegno e ci siamo prodigati per realizzarlo”.
L’assessore alla Cultura e poeta, Enrico Piergallini, ha personalmente curato il manoscritto che spiega le cinque motivazioni della richiesta del titolo: “Ci tengo a precisare che il tutto è avvenuto a costo zero. Ho potuto contare sulla collaborazione gratuita di Ruggero Pentrella e Alessandra Ghidioli. Il lavoro è stato incredibile, da febbraio a settembre, ma visto il successo ne è valsa la pena”.
Sono trascorsi cento anni da quando nel 1911 i grottammaresi, in occasione dei festeggiamenti per il cinquantenario dell’Unità d’Italia, visto il successo riscosso e testimoniato da varie testate giornalistiche addirittura nazionali, provarono a chiedere senza successo il titolo di Città.
Proprio il ponte tra la ricorrenza di allora e quella dei centocinquant’anni di oggi, 2011, ha fatto scaturire la prima ragione per chiedere di nuovo il riconoscimento.
Grottammare si è potuta vantare della ricchezza delle testimonianze storiche e culturali. Nella Città (ormai a pieno titolo) si sono avvicendate molte civiltà di cui oggi sono visibili ancora le tracce, dalle chiese romaniche ai villini liberty. Questa è stata la seconda ragione.
I nomi dei celebri grottammaresi come Papa Sisto V e Pericle Fazzini famosi in tutto il mondo e i anche per i personaggi illustri che hanno soggiornato a Grottammare come il musicista Franz Listz sono stati la terza ragione.
Grottammare ha spiegato tante forze per trasformarsi in un luogo adeguato per il benessere dei propri cittadini grazie all’edificazione di strutture (quarta ragione) come i tre teatri, la piscina, una biblioteca, pista ciclabile..
Una Città per essere definita tale deve dimostrare di avere la capacità di adattarsi al cambiamento e di interpretare il suo ruolo nell’orizzonte multietnico e sovranazionale della globalizzazione. I servizi che Grottammare ha attivato per le fasce più deboli e per la cooperazione internazionale come il Progetto Saharawi, sono stati la quinta ragione.
Essendo diventata una Città, Grottammare ha bisogno di un nuovo gonfalone. Il lavoro è stato commissionato a Michele Rossi, che sta facendo delle ricerche per capire se può creare una versione più moderna dello stemma rappresentato da una torre con due piante di arancio.
Con ogni probabilità il nuovo gonfalone verrà presentato domenica 23 ottobre in Piazza Fazzini con una festa dedicata ai bambini e a tutti i cittadini.
Lascia un commento
Girando per il Paese si potrebbe pensare che a volte il titolo di Città sia stato concesso con leggerezza. Ma in questo caso appare più che meritato. Grottammare è senza dubbio un piccolo scrigno di tesori ed è simbolico che un riconoscimento tanto atteso arrivi proprio mentre la cultura, con il bravo Piergallini, è così in buone mani.
E c’è qualche “conquistatore sambenedettese” che vorrebbe toglierli Municipalità e titolo di CITTA’ portandola sotto il Comune di San Benedetto come accaduto molti decenni fa con Porto d’Ascoli. La motivazione ufficiale è quella di ridurre i costi della politica e quella di contare di più tutti insieme… ma è quella “ufficiale” appunto.
Tranquillo Piceno che se ci sarà qualcuno che contesterà una nuova città con nome diverso non sarà certamente sambenedettese. L’apertura dei sambenedettesi proprio perché città moderna (come gli Usa fatta di tanti “popoli”) ha una mentalità aperta rispetto ad altre chiuse perché legati nelle mani della storia che non potrà mai tornare. Lo dice la parola stessa. Chi vivrà, vedrà. Lei, credo, sarà uno di quelli “legati”. Lei, per esempio, toglierebbe la parola Piceno da Ascoli Piceno e darebbe il nome Piceno all’area metropolitana sambenedettese? A quella ascolana semplicemente Ascoli. Io sì? Non so altri, lei no. La “nomenclatura” chiaramente… Leggi il resto »
1) Non credo affatto che molti sambenedettesi saranno d’accordo nel cancellare il nome SAN BENEDETTO DEL TRONTO a favore di una nuova città con nome diverso. Idem per molti grottammaresi. E io sono d’accordissimo con loro; 2) La storia è importantissima, fondamentale. Chi non capisce l’importanza della storia, delle radici, non ha nè presente nè futuro. Naturalmente non si vive di storia e bisogna anche proiettarsi al futuro con innovazione, ecc. Ma sempre portando rispetto alla storia e non calpestandola; 3) Non esiste alcuna area metropolitana Picena. Esiste una Provincia Picena (non intesa come Ente, ma come territorio), ed esistono… Leggi il resto »
Lei non crede perchè è un campanilista che rimprovera di esserlo agli altri. Io non posso in ogni replica dare tutti i dettagli: le ricordo allora che nel mio concetto di Città Grande è insita l’importanza della storia in quanto tutte le città conserverebbero la proria identità storica con tanto di scritta “Inizio Monteprandone” e “Fine Monteprandone” eccetera. Politicamente, promozionalemnte ed economicamente invece è indispensabile che la zona sia identificata con un altro nome. Proprio per i motivi che dice lei e cioè che identificarlo con un nome già esistente significherebbe perdere la propria identità. Apra le orecchie anzi gli… Leggi il resto »