Marche sporche. Ho letto attentamente la replica del governatore delle Marche Spacca al sindaco di San Benedetto del Tronto, Gaspari. La prima cosa che mi viene in mente è che Spacca non deve spiegarsi con il solo Gaspari ma con tutti i cittadini del Piceno, dal primo all’ultimo.

Non mi è sembrato il suo un atteggiamento da politico acuto, anche se a stuzzicarlo è stato il sindaco della città più penalizzata da un inserto giornalistico diffuso, in centinaia di migliaia di copie, nella nostra penisola. Al limite caro Spacca se la dovrebbe prendere con chi ha sollevata la questione, con le dovute motivazioni, cioè noi.

Forse però capisco perché non lo ha fatto. Lei Spacca ritiene, come tanti altri suoi colleghi, che gli organi di informazione non fanno più paura perché ben ammaestrati o perché tutti di parte e magari ritiene (come ragionano molti politici, ovviamente sbagliando) che la testata Riviera Oggi non sia credibile perché vicina ad un partito avverso al suo (in questo caso il Pd) per cui certe cose deve scriverle, ma lasciando il tempo che trova. Ma a Gaspari – rispetto ad un giornale – non può permettersi di non rispondere per evitare che certi errori si ripercuotano sulle prossime campagne elettorali. Quelle sì che sono importanti, non il dopo.

Allora le spiego: caro Spacca lei non sa chi siamo noi, sarebbe il caso che si informi visto che siamo tutti marchigiani come Lei. Capisco anche che, senza il nostro intervento, la grande gaffe fatta da Lei (o da chi per Lei), non sarebbe arrivata alle cronache. Sa infatti benissimo che qui le pagine locali di tre quotidiani non sono edite da indigeni ma da potenti editori romani, anconetani e bolognesi, ai quali nulla importa del nostro territorio. Gli è andata male.

A noi invece, che indigeni siamo, importa e come, per cui la preghiamo di rispondere alle nostre undici domande (che può trovare in Home page e nella posta del suo ufficio stampa) e, se è il caso, scusarsi con tutto il popolo piceno.