Per guardare il video clicca a destra e attendi 10 secondi per lo spot. Riprese e montaggio Maria Josè Fernandez Moreno, interviste di Massimo Falcioni (le visualizzazioni su YouTube non tengono conto dei video visti su RivieraOggi.it).

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – 350 studenti circa. Per protestare contro una scuola, a detta loro, ferma al palo ed un Governo “più interessato a risolvere i problemi di un personaggio, piuttosto che dell’intera comunità”.

Al grido de “L’Italia che conta siamo noi” e “I sogni e le idee fanno paura a chi non le ha” i ragazzi degli istituti scolastici sambenedettesi si sono riversati in centro, seguendo l’invito delle associazioni “Robin Hood” e “La Fenice”. A dire il vero non c’erano proprio tutti, dato che il Liceo Classico s’è tirato fuori, scatenando le prevedibili ironie dei giovani che, successivamente, hanno detto la loro in merito: “I prof  – affermano – avrebbero imposto agli studenti di non partecipare, pena il 2 sul registro. Questo non è democratico”.

Per il resto tutto nella norma: “Non accettiamo più di essere l’ultima ruota del carro, chiediamo meritocrazia e scuole a norma. Basta con i tagli, il diritto allo studio è sacro. Non siamo dei facinorosi come ci dipingono. Vogliamo il rinnovamento, i nostri professori si sono laureati 40 anni fa, vogliamo dei neolaureati ad insegnarci”. Frasi urlate al megafono da Claudio Concas, coordinatore provinciale della Rete degli Studenti Medi Piceni. Ed è proprio quest’ultimo ad un certo punto a denunciare l’unico momento di tensione in una mattinata decisamente tranquilla: “Un ragazzo di una scuola privata mi ha dato uno schiaffo durante la manifestazione. Noi siamo l’Italia migliore, reagiamo con le idee, non con la violenza”.

In prima fila, a guidare il corteo a suon di cori e slogan, anche una fuori-quota doc. Totò l’avrebbe definita la scognomata visto che a San Benedetto tutti la conoscono solo come Concettina: “Sono sempre stata in prima fila: lo ero nel ’68, lo sono oggi. Quando ci sono i giovani io ci sono sempre”.