SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Anche il sindaco Gaspari si unisce ai festeggiamenti della Diocesi di San Benedetto del Tronto–Ripatransone-Montalto Marche che si appresta a celebrare i venticinque anni della sua istituzione.
“L’attuale Diocesi – dice il primo cittadino – nonostante abbia ottenuto questa importante configurazione giuridica, civile ed ecclesiale solo venticinque anni fa, tanto da essere la più giovane Diocesi italiana, affonda le sue radici nel XVI secolo quando, con estrema lungimiranza, il nostro conterraneo Papa Sisto V e Papa San Pio V istituirono rispettivamente la Diocesi di Montalto e quella di Ripatransone che, nel 1983, Papa Giovanni Paolo II unì, dando a questa intesa la denominazione di Diocesi di Montalto e Ripatransone – San Benedetto del Tronto. La scelta di ubicare la sede vescovile a San Benedetto del Tronto è l’emblema della crescita registrata in questi anni dal territorio. Come la Diocesi comprende territori di Comuni dislocati nelle provincie di Ascoli Piceno, Fermo e Teramo, così la Città rappresenta il volano per la crescita di un’area che va oltre i confini amministrativi per caratteristiche paesaggistiche, culturali, ambientali come testimoniato dai numerosi riconoscimenti che ne fanno un territorio di qualità”.
“Rivolgo dunque – conclude – un pensiero affettuoso e un ringraziamento sentito a coloro che hanno retto in questo quarto di secolo la Diocesi: a Mons. Giuseppe Chiaretti per esserne stato l’artefice, a Mons. Gervasio Gestori per averne esaltato il ruolo di istituzione di riferimento per una grande comunità operando fattivamente per l’elevazione a Basilica della nostra Cattedrale della Madonna della Marina. L’auspicio è che possa continuare questo rapporto di proficua collaborazione tra Comune e Diocesi, ciascuna nelle proprie competenze, teso alla crescita del territorio, perché, sempre più in momenti di crisi come quella attuale, c’è bisogno del concorso di tutte le Istituzioni per dare una risposta alle povertà non solo economiche, ma anche di ideali”.
Lascia un commento
Ragazzi che sviolinata!
Ma i komunisti una volta, non erano atei?
Vi ricordo che il Decreto del Santo Uffizio del 28 Giugno 1949, di scomunica dei komunisti, non è mai decaduto.
Anchese da PCI si è passati a PDS e poi a PD, il Signore guarda dentro.
Mi sembra un commento abbastanza primitivo, giocato su un retaggio culturale di bassissimo livello.
Non basta la caduta del muro, la globalizzazione in atto, la riconsiderazione della storia moderna ed i milioni di morti nel mondo per la democrazia. Tutto superato da una legge del Santo Uffizio del 49? Lei, mi scusi, si che sarebbe da scomunicare per la scarsa sensibilita’ verso una ideologia dove siamo tutti uguali.
Il nostro Papa ha recentemente detto che agnostici e non credenti che soffrono per i nostri peccati, sono più vicini a Dio dei credenti che concepiscono la fede come routine e apparato.
La via Damasco è ancora transitabile. Una volta i comunisti erono mangia preti a difensori degli operai, adesso sono mangia operai. Questo detto da un ex operaio