GROTTAMMARE – Al termine di una serata, alla galleria d’arte Opus di Grottammare, nella quale ha sapientemente illustrato i temi del suo ultimo libro “Meno letteratura, per favore!“, il critico letterario Filippo La Porta ha traslato il senso delle sue parole dalla letteratura e l’arte a quanto avviene nella torbida attualità italiana. Dando, anche qui, interessanti spunti di riflessione al di fuori degli schemini classici della discussione nazionale.

“Oggi (venerdì 16 settembre, ndr) Repubblica ha dedicato un articolo in prima pagina a Serena Dandini, e alla notizia che la conduttrice e il suo programma, ‘Parla con me'” – ha spiegato La Porta chiedendo consiglio sul nome a Lucilio Santoni, tra gli organizzatori dell’incontro culturale, seduto al suo fianco – siano stati cancellati dal palinsesto Rai. Per carità, ho tutto il rispetto e l’ammirazione per Serena Dandini come conduttrice, della quale sarei amico da quarant’anni, ma se si legge quell’articolo, al quale tanta visibilità è stata data, si parla di quel programma come un talk show televisivo che dava fastidio al potere“.

“Ora – si è chiesto La Porta – se consideriamo che gli scrittori invitati dalla Dandini, che resta un’ottima professionista, sono di fatto scelti e blindati dalle case editrici e rappresentano quindi il conformismo radical chic e salottiero della sinistra italiana, mi chiedo: ma come fa un programma del genere a dare fastidio al potere? Ma il lettore di Repubblica, a quel punto, scambia ‘Parla con me’ con Scritti Corsari di Pasolini“.

“Ecco la confusione in cui ci ha indotto Berlusconi – ha concluso il critico letterario – La sua influenza si è ripercossa a sinistra dove persino un programma conformista come quello condotto da Serena Dandini è considerato oppositivo al potere. Come diceva Gaber, non ho paura del Berlusconi in sé, ma del Berlusconi in me”.

Sarebbe interessante arricchire lo spunto di La Porta con le deduzioni e i commenti dei nostri lettori.