SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il tratto di mare alla foce del canale “bonifica Surgela” (chiamato anche “fosso collettore”, il confine nord della Riserva Sentina) non è formalmente balneabile, per un tratto che va dai cento metri a nord ai cento metri a sud della foce stessa. L’ordinanza del sindaco (la 38 dell’8 giugno scorso, al momento non ci risulta possibile scaricarla dal sito del Comune, ma ne abbiamo letto un estratto) si ripete costante ogni anno, ma secondo il Movimento Cinque Stelle e l’eco-attivista di meteorivierapicena.net Riego Gambini il Comune non farebbe abbastanza per sensibilizzare l’opinione pubblica a non bagnarsi in quelle acque. Acque che, ad ogni modo, vedono quotidianamente decine di bagnanti godersi la spiaggia libera e la zona dunale e la campagna alle spalle. Sbagliano? Una più articolata opera di dissuasione da parte del Comune sarebbe formalmente giusta, ma siamo sicuri che non darebbe una cattiva immagine di un’area che è pur sempre Riserva Naturale regionale (la Sentina) e che, ad ogni modo, rappresenta una gemma ambientale in una costa adriatica cementificata?
Ad ogni modo, in allegato al presente articolo vi proponiamo i rilievi Arpam scaricabili cliccando qui.

Cosa dicono? Che a nord e a sud della fascia interdetta formalmente alla balneazione, l’acqua è classifica come “eccellente”.

Intendiamoci, i divieti di balneazione non vengono posti a caso. Di solito, sono cosa normale e fisiologica alle foci di torrenti e fiumi e canali. Anche la foce dell’Albula, se non andiamo errati, è formalmente non balneabile. Una misura di prevenzione. Un torrente può portare al mare di tutto. Di solito avviene in casi eccezionali. Forti piogge, oppure criminali ambientali che sporcano il mare in cui si bagnano i loro figli. Per tutelare i bagnanti, dunque, si pongono questi divieti di balneazione vicino alle foci.

Diciamoci anche questo, però: spesso e volentieri le acque della Sentina appaiono visivamente pulite, persino molto limpide, in questi giorni ancor di più. Insomma, questo del Cinque Stelle e di Gambini è lodevole zelo oppure allarmismo? Non sta a noi dare la risposta, la fornisse il Comune con dati scientifici e non con chiacchiere e basta. A noi spetta il ruolo critico, di analizzare fatti e opinioni e dire la nostra. Ed è quello che stiamo facendo: in sintesi, siamo per la vigilanza, non siamo per l’allarmismo. Aiutiamoci tutti insieme a discernere e a non cadere in piani inclinati.

E l’opinione del Cinque Stelle, in un senso formale, è ben argomentata, e trae spunto anche dai rilievi della Goletta Verde, l’imbarcazione di Legambiente che ogni anno gira l’Italia e ne analizza le acque.

Attualmente i controlli delle acque marine sambenedettesi vengono effettuati dall’Arpam, agenzia regionale di protezione dell’ambiente, che si occupa di compiere, nella bella stagione una volta al mese, prelievi ed analisi lungo tutta la nostra costa. Il problema che Gambini e il Cinque Stelle segnalano da lungo tempo (inascoltati, eppure mica chiedono la Luna) è che l’Arpam da tempo non riporta sul proprio sito i risultati dettagliati di queste analisi (http://94.94.74.148/marche/default.asp).

Scrive il Movimento Cinque Stelle in una nota: “Per riuscire a trovare i dati relativi al nostro territorio è necessario accedere al sito del Ministero della Salute (www.portaleacque.it – non usare il browser Firefox per accedervi); qui troviamo una brutta sorpresa: la costa sambenedettese (e non solo quella) non è tutta balneabile. Il tratto di mare antistante la spiaggia nord della Riserva Naturale Sentina è interdetta quindi non balneabile per inquinamento”.
Interdetta alla balneazione è anche l’area della foce del Tronto (ribadiamo che è comunque noto da anni, ma non biasimiamo chi se lo ricorda, pur se il buon senso comune dovrebbe sconsigliare comunque i tuffi nel fiume che divide Marche e Abruzzo) . Precisamente dal fiume fino a 300 metri a nord, in base all’ordinanza del sindaco.
Chi scrive è testimone che molte persone, ad esempio giovedì mattina, pescano con retine o semplicemente si bagnano proprio nel punto in cui il Tronto si sposa all’Adriatico. Romantici naturalisti oppure incoscienti sconsiderati? Li invitiamo a farcelo sapere. Non vi invitiamo ad imitarli, a meno che qualche analisi scientifica non ci dimostri il contrario.

Il Movimento Cinque Stelle poi si chiede: “Cosa si fa per evitare che un problema ambientale possa diventare un problema di salute per gli ignari bagnanti che vi si recano? Niente. E invece di esporre dei cartelli con una segnaletica internazionale riconoscibile anche a distanza da qualsiasi turista, stranieri compresi, si espone il testo dell’ordinanza sindacale emessa dal sindaco Giovanni Gaspari. Il risultato è ovviamente che la gente non sa di fare il bagno in un’area ritenuta pericolosa, e in zona non c’è nemmeno un’autorità a far rispettare l’ordinanza”.
Si dirà: meglio l’ordinanza che nulla. Ma un cartello in inglese non guasterebbe, vero. Per quanto riguarda il dispiego di forze per impedire alla gente di fare il bagno, beh, forse sarebbe un poco esagerato? E’ un dubbio legittimo?

Di seguito un video di Meteorivierapicena.net che documenta come, divieto di balneazione a parte, “lo stato di quella spiaggia è a dir poco vergognoso” (su questo concordiamo: giovedì mattina i piccoli e troppo rari cestini dell’immondizia strabordavano e non di poco. Caro Comune e cara Picenambiente, le vogliamo pulire queste spiaggie libere?):
http://www.meteorivierapicena.net/Articoli/2011/Agosto/220811_4.htm

Conclude il Cinque Stelle: “La questione è sollevata anche da Goletta Verde (Legambiente) con uno studio sullo stato di salute del mare e delle coste marchigiane, dal quale emergono varie aree inquinate o fortemente inquinate. (http://www.meteorivierapicena.net/Articoli/2011/Agosto/180811_2.htm). Il MoVimento 5 Stelle si affianca con forza alla denuncia di Meteorivierapicena, il consigliere comunale Maria Rosa Ferritto è pronta ad utilizzare tutti gli strumenti necessari per far si che i cittadini possano tornare ad essere informati ed inoltre operare in modo da far tornare sicure le acque della Riserva Naturale Sentina per evitare rischi ai bagnanti sambenedettesi e non”.

Infine una precisazione che ci appare davvero molto sensata: “Si ricorda, inoltre, che la gestione delle analisi dell’Arpam è fortemente limitata, viene infatti misurato soltanto il carico inquinante di tipo fecale, lasciando completamente scoperto il settore dei tensioattivi (detersivi) e degli idrocarburi”.
“Proprio quest’ultimi – scrive il Cinque Stelle, ma occorrerebbe comunque avere degli elementi che lo dimostrino con più certezza, aggiungiamo noi – sono elementi di forte rischio anche per San Benedetto del Tronto, visto lo sversamento degli scarti di estrazione nelle fogne nella zona Montecretaccio ad opera dell’ENI a partire da Novembre 2010″.