SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Rifondazione Comunista fa sentire la sua voce sul tema delle scogliere del lungomare nord e della qualità del mare. E lavora d’archivio, rimembrando come nel 2007 la Regione Marche fece in quel tratto di litorale un’operazione che poi, con il passare degli anni, sembra proprio essere stata clamorosamente smentita.

Come rintracciabile cliccando qui, infatti, nel maggio 2007 il collegamento sommerso fra le barriere frangiflutti immediatamente a sud dell’Albula venne “benedetto” come panacea dei mali dell’erosione. Afferma oggi Daniele Primavera, leader dei rifondaroli sambenedettesi, supportato dai compagni Gabriele Marcozzi ed Emidio Girolami: “Oggi invece le scogliere sommerse e collegate fra loro senza soluzione di continuità diventano la causa di tutti i problemi, del ristagno di sabbia che intorpidisce l’acqua. Tant’è che il recente milione di euro speso da Regione e Comune per eliminare i collegamenti sommersi viene definito come l’antidoto necessario contro il ristagno di fango e sedimenti sottocosta”.

I rifondaroli dunque chiedono dove sia la verità: “Nel 2007 il problema veniva individuato nei varchi delle scogliere da chiudere, e si spesero 800mila euro per questa operazione, perchè la mancanza di collegamenti sommersi fra le barriere veniva identificata come la causa del fatto che la sabbia veniva portata via dal litorale e dispersa al largo”.

“Oggi invece – continuano Primavera e compagni – proprio quei collegamenti vengono definiti come la causa del mare sporco, tanto è che sono stati recentemente spesi un milione di euro per eliminarli. Come mai questo cambio di prospettiva? Nessuno ha da dire nulla? Il sindaco Gaspari che dice? La politica dovrebbe tenere conto di questi cambiamenti di idea da parte dei tecnici, ma invece quest’anno, complici le elezioni, si sono fatte queste nuove scogliere per accontentare gli stabilimenti balneari”.

Il nuovo molo alla foce dell’Albula (noto nelle cronache cittadine come “il pennello”), secondo i rifondaroli, invece che portare al largo i detriti dell’Albula farebbe invece un effetto “stagno” del tutto controproducente.

Riguardo alla balneabilità del mare, Rifondazione lamenta il fatto che i controlli sulle acque da parte dell’Arpam vengano fatti ogni 15 giorni, definita una frequenza “troppo bassa perchè in quel frattempo può accadere di tutto”.