SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Porto del futuro, nuovo piano regolatore dell’area portuale e progetti in cantiere, come quelli dei trabucchi sul molo sud destinati ad attività ristorative e commerciali. L’imprenditore ed ex assessore alla Pesca Nazzareno Torquati espone le sue preoccupazioni circa il possibile snaturamento dell’area portuale dalla sua storica vocazione peschereccia e produttiva.
Afferma Torquati: “Questa affannosa corsa ad approvare una variante di piano portuale non trova alcuna giustificazione plausibile. Perché il Comandante della Capitaneria Di Guardo va a firmare un documento così importante alla fine del suo mandato? E’ giusto e corretto dal punto di vista etico e procedurale che il nuovo comandante si ritrovi a gestire cose decise a tavolino poco prima del suo insediamento? Tutto depone a prestare la massima attenzione a quanto si sta facendo da parte della cittadinanza e delle autorità preposte al controllo delle procedure amministrative pubbliche”.
Le preoccupazioni dell’ex assessore, oggi esponente dell’associazione Assimpesca nell’orbita di Confindustria (ma il suo intervento è firmato a nome personale, ndr), continuano così: “Nel vedere nel dettaglio le planimetrie della variante che si sta discutendo, subito risalta il fatto che il porto perderebbe immediatamente la sua vocazione di porto specializzato per la pesca che negli anni passati ha permesso l’accesso a notevoli. finanziamenti pubblici. Resterebbero al servizio esclusivo della pesca solo le banchine ed il mercato ittico, tutto il resto avrebbe una destinazione flessibile sia commerciale che ristorativa: è la tanta decantata movida del sindaco Gaspari”.
“Può anche far piacere creare attrazione di questo tipo – continua Nazzareno Torquati – ma queste non si fanno su aree a forte connotato produttivo che necessitano di spazi ampi e di servizi di filiera che vanno dalle riparazioni delle reti, alla logistica, alla lavorazione, alla commercializzazione, alla ricerca, alle officine di manutenzione”.
Secondo Torquati, “con questa variante tutto ciò scompare, tutti gli insediamenti a nord diventano flessibili e quindi anche commerciali con effetto immediato di rialzo dei prezzi di vendita dei manufatti oggi di proprietà del Demanio statale impossibili da acquisire ad artigiani e piccole imprese e che quindi andranno a favore di chi dispone di una massa di denaro importante. Queste operazioni devono essere fatte con calma, nella massima trasparenza e la piena consapevolezza della città e degli operatori economici”.
Sulla questione dei trabucchi, previsti nella zona sud del porto dall’adeguamento funzionale del Prg portuale approvato mesi fa, Torquati mostra altrettanti dubbi: “I cosiddetti trabucchi rappresentano una forzatura della nostra storia. Non si può continuare a penalizzare l’industria della pesca che ancora oggi nonostante la crisi è il comparto produttivo più importante della città con i suoi 1100 addetti diretti fra pescatori e indotto commerciale e di servizio. L’industria della pesca locale è l’unico settore che si sta dotando di una propria strategia di sviluppo e le iniziative in atto come il Parco Marino, i Gruppi di Azione Costiera, l’aggregazione di Filiera Ittica, le GSA per la sostenibilità e la programmazione del prelievo in mare, la crescita di allevamenti in mare di mitili che nei prossimi anni necessiteranno di spazi dove provvedere alla loro selezione, lavorazione e commercio”.
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Finalmente qualcuno che pone l’attenzione su un serissimo problema che finora è passato (volutamente?) sottobanco. Nessuna discussione cittadina, nessun incontro con gli stakeholder di questo Piano, non mi sembra una prassi molto trasparente. Inoltre il comune che vision ha sull’area portuale? E’ coerente con il PRG della regione?
Il problema è serissimo e delicato nonchè un passaggio fondamentale per il futuro della città. Sarebbe il caso di aprire un tavolo di lavoro aperto a tutte le parti coinvolte.
Fra un po’ avremo anche l’area “ex-porto”.
The Thin Man (l’Uomo Ombra)..qui invece abbiamo l’ammistrazione “ombra”.. perchè i cittadini vedono solo la proiezione “oscurata” di quello che si stà per realizzare.
Non si sà mai nulla “prima”…si sa tutto “dopo”..a giochi fatti…come nelle dittature.
concordo con le preoccupazioni di Torquati, il cambio di destinazione delle aree è un fare cassa da parte del demanio che così valorizza a prezzi di mercato le sue aree, con la crisi attuale del settore della pesca, a mio avviso questo non è un’aiuto alle imprese del settore, ma potrebbe essere al contrario, il colpo di grazia per molte piccole imprese. Sarà per questo motivo che, alla presentazione alle imprese interessate, erano presenti in pochi? la cautela in questo momento è d’obbligo, anche perchè, procedere ancora con la pianificazione urbanistica a colpi di variante, va in senso contrario di… Leggi il resto »
Bravissimo Guido, ma mi domando perchè il comune ignori tutti questi segnali della società civile e continua ad arroccarsi sulle sue posizioni ignorando cosa pensa la cittadinanza.
Quando non avremo più i pescatori, annulleremo anche la festa della Madonna della Marina, giusto?
Ma chi è che prende queste decisioni?
Perché la cittadinanza non viene coinvolta?
Sono arrivati i nuovi padroni?