SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Le guardie di sicurezza privata? Avrebbero un mero ruolo di segnalazione, non potendo fare altro”. A dirlo è il Prefetto di Ascoli, Pasquale Minunni, che nella mattinata di mercoledì ha incontrato il sindaco Giovanni Gaspari. Un semplice saluto, nulla più, garantiscono i diretti interessati, ma la visita in Municipio è stata comunque un’occasione per fare il punto sulla sentitissima problematica del commercio illegale da parte dei numerosi abusivi presenti in Riviera. “Le guardie giurate possono al massimo chiamare i Carabinieri o la Polizia, nulla più. Non possono arrestare, né identificare. Non voglio sminuire il loro lavoro, ma dobbiamo dire quali sono i limiti a cui vanno incontro. In ogni caso, nelle grandi kermesse o manifestazioni, l’amministrazione usufruisce già di queste collaborazioni. Ma sono eventi specifici”.

Quello della vigilanza privata è un argomento attualmente molto caldo, soprattutto in seguito alla recente sfuriata del primo cittadino sambenedettese: “A San Benedetto le leggi le fa rispettare lo Stato, non certo gli ambulanti”, aveva tuonato Gaspari dopo che quest’ultimi avevano lanciato la proposta all’assessore al Commercio, Fabio Urbinati.

“La storia non nasce oggi”, prosegue Minunni. “Abbiamo fatto tante riunioni. Nel 2010 abbiamo incrementato gli interventi rispetto al 2009 di oltre il 100%. Stiamo facendo tanto e bene, questa è la sensazione che ho io”.

E intanto sul tema torna a ruggire l’opposizione, per voce de “La Destra” e di “Fiamma Tricolore”, con il consigliere Giacomo Massimiani che in tempi non sospetti denunciò l’emergenza: “Ci schieriamo con fermezza a difesa dei commercianti onesti che sono destinatari di una ventilata triplicazione dei costi per la autorizzazione all’esercizio del commercio ambulante. Ciò proprio mentre i ricavi vengono falcidiati dalla grave crisi economica in atto, ed in presenza della concorrenza sleale rappresentata da oltre 700 commercianti abusivi che si stima operino nella nostra città senza alcuna licenza né senza corrispondere alcuna tariffa, imposta o tassa né statale nè locale e senza alcun controllo commerciale e sanitario della merce posta in vendita con i rischi conseguenti per i consumatori”.

“Avevamo apprezzato – proseguono – l’apertura al dialogo di Urbinati, al contrario tuttavia il giorno successivo alle dichiarazioni pluraliste e dialoganti dell’assessore, il sindaco inspiegabilmente rilasciava durissime dichiarazioni a mezzo stampa che smentivano il proprio assessore ed escludevano qualsiasi ricorso a corpi di Polizia privata per l’indispensabile supporto alle forze dell’ordine”. Accuse precise al primo cittadino, che però evita qualsiasi commento cucendosi la bocca.