SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Shopping il 25 aprile o il 1° maggio? Compere pazze a Ferragosto? Attualmente c’è chi può permetterselo e chi no, dato che lo Stato consente già a singole Regioni e Comuni di emanare regolamenti in totale autonomia. Ma è stata proprio tale autonomia a generare nei mesi scorsi frizioni e polemiche da parte dei vari sindaci – Gaspari compreso – che, soprattutto nel caso di paesi al confine con altre Regioni, in possesso magari di imposizioni più agevoli, hanno spesso contestato la maniera di legiferare in merito.
Ecco allora che la norma sulla liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura dei negozi in Comuni a vocazione turistica e città d’arte, introdotta nella Manovra economica per iniziativa del ministro del Turismo, Michela Brambilla, potrebbe ridisegnare nuovi scenari, a quanto pare apprezzati da una grossissima fetta di italiani.
In un sondaggio Ipsos del 7 luglio scorso infatti (su un campione rappresentativo della popolazione adulta residente in Italia), il 78% degli intervistati ha dato un giudizio positivo all’iniziativa, rispetto ad un 21% contrario. “La strada dello sviluppo non può che percorrere la direzione della liberalizzazione, sburocratizzazione e semplificazione”, afferma la Brambilla. “Non c’è dubbio che proprio la liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura per gli esercizi commerciali porterà ad un significativo incremento dei consumi e dell’occupazione. Sarà estremamente positivo anche l’impatto sul turismo – aggiunge – con questo provvedimento ci porremo sullo stesso piano dei competitor stranieri che da tempo hanno adottato questa politica per i propri esercizi commerciali”.
Nei residenti nelle grandi città l’adesione all’idea del ministro toccherebbe il 65%, mentre in quelle a vocazione turistica addirittura il 76%. San Benedetto rientrerebbe decisamente in quest’ultima categoria, interessata in pieno da una rivoluzione pronta a far discutere. “Sarà un’iniziativa sperimentale – precisa pertanto la Brambilla – e coinvolgerò le categorie interessate nella fase di attuazione e valutazione”.
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Finalmente! Norma giustissima. Ognuno deve essere libero di decidere quando stare aperto e quando stare chiuso!!
Ieri notte, al termine di un lavoro intenso durato giorni, mi sono accorto di avere il frigo vuoto e sono uscito per fare la spesa al supermercato: ore 3.40 del mattino. :)
Ma si sa che in America le cose funzionano così da sempre.
Tuttavia, a parte l’esempio sicuramente un po’ fuori dal contesto, non ho mai capito fino in fondo quali ragioni si oppongano alla libertà di decidere come e quando stare aperti. Sarebbe certo sbagliato imporre giorni e orari di apertura. Ma non lo è altrettanto imporre quelli di chiusura?
Per chi ha la memoria corta, a prescindere da come la si pensi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_1995_in_Italia
Magari è cambiata l’opinione pubblica, ma non sarebbe bello chiederlo ai cittadini?
Daniele, non direi che sia cambiata molto l’opinione pubblica. Basta leggere un più approfonditamente i dati riportati su quel sito. Il referendum sull’abrogazione della norma che impediva la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali ebbe i seguenti risultati: iscritti alle liste: 47 946 896 votanti: 28 164 078 risposta negativa: 15 044 535 Quindi vinse il “NO” rispetto ai votanti, ma il totale di chi diede una risposta negativa rappresentava il 32% degli allora iscritti al voto. Percentuale che non mi sembra poi così distante dal 22% citato in questo articolo. E anche quel 10% di differenza potrebbe tranquillamente essere… Leggi il resto »
scusa Luigi, ma questa è buona. I non votanti ad un referendum abrogativo, secondo i tuoi calcoli, dovrebbero essere addirittura contati tra i possibili sostenitori del “si”!!! Francamente, se già il contrario mi pare una forzatura, questa interpretazione mi pare imbarazzante. Detto questo, la regolamentazione del commercio è una pratica che in italia esiste da sempre, le cui ragioni – ad un occhio sereno – non sfuggono. In Italia ha sempre vinto l’idea (soprattutto grazie alla chiesa, la cui debolezza di questi tempi rispetto allo strapotere del capitale è il motivo per cui si discute di questo) che il mondo… Leggi il resto »
Dimenticavo: la retorica delle “città turistiche”, specie in una città come San Benedetto, mi pare altrettanto imbarazzante. Perchè San Benedetto NON è una città stagionale, nel senso che, con l’esclusione degli alberghi e dei concessionari, non lavora affatto per 3 mesi per poi essere depressa nei restanti 9. Non c’è dubbio che grandi numeri si facciano da maggio a settembre, ma poi ci sono lunghi periodi delle festività (natalizia, ma non solo) in cui si chiedono le stesse deroghe. Il risultato è una “deroga permanente”, perchè poi non mi risulta che a Ottobre o Marzo mezza città sia chiusa per… Leggi il resto »
Se non si capisce la profonda differenza del valore statistico dei due strumenti di consultazione popolare, sarebbe meglio non proporre certi esempi fin dal principio. Affermare che i non votanti sono dei “SÌ” è imbarazzante tanto quanto pretendere di sostenere che la maggioranza degli italiani ha detto “NO” alla liberalizzazioni. Un sondaggio chiede il tuo parere mentre sei a passeggio per strada o sei tranquillamente seduto nel salotto della tua abitazione e si basa su un campione statistico che ha una sua valenza statistica. Un referendum al contrario richiede una partecipazione attiva dell’elettorato che viene in buona parte compromessa dalla… Leggi il resto »
Non concordo, ma senza entrare nel merito parlo solo di numeri.
Ottimo il ragionamento sul fatto che 32% non è tanto differente da 22%. Peccato però che, seguendo lo stesso ragionamento, potrei dire che i 9 milioni di persone che hanno invece votato sì rappresentano il 19% che è invece molto distante dal 78% citato nel sondaggio.
Il Dio mattone fa andare l’acqua per di qua e per di là..Il DIo Denaro lo fa andare dove gli pare. Ma esisterà mai un Dio per l’uomo?
Esiste e come, nonostante che l’uomo faccia del tutto per non saperlo.
E’ strano come in tanti siano contenti e ritengano addirittura progresso il poter avere negozi di ogni genere potenzialmente sempre aperti. E’ strano perché poi in tantissimi si lamentano di questa società disgregata, dove regna la solitudine (nonostante si stia sempre di più in mezzo alle folle) dove non si riesce più a comunicare e a condividere qualcosa …. (Per dirne una … ahi voglia a celebrare i 150 anni che tanto non interessa a nessuno se non a chi vive di eventi: le folle che si sono viste, non sono segno del senso patriottico; queste si radunano facilmente perché… Leggi il resto »
@luigi Pulcini
Alle ore 3:40 frigo vuoto?
Non ti nascondo che a volte capita anche a me, ma aspettare poche ore non è poi così difficile.
Non vedo dove sia il problema.
Io non pretendo di convincerti che aspettare sia sbagliato.
Non capisco però perché lo deve essere uscire a fare la spesa di notte se se ne ha la possibilità.
PS: aspettare poche ore non è difficile se non si è lavorato tre giorni di fila, senza mettere il naso fuori casa, per consegnare un lavoro entro i tempi previsti.
Dai, non fare esempi al limite. Qui parliamo di normalità. Il discorso della “sacralità” del giorno di riposo comune va ben al di là. Ti rendi conto che non abbiamo più nulla in comune? Voglio una cosa? Eccola. La voglio in una determinata ora? Eccola. Voglio tutto a portata di mano? Eccolo. Voglio tutto a portata di clic? Ora abbiamo anche quello con relativa consegna a domicilio. Non prendo l’autobus o treno perché ho un’esigenza particolare e devo uscire un po’ prima o un po’ dopo e poi … ……………… Non ci conosciamo più, non conosciamo più nessuno, ognuno ha… Leggi il resto »