Notte Bianca. La prima cosa che mi è venuta in mente dopo aver saputo che gli organizzatori (ancora sto aspettando i nomi) hanno accettato il contributo comunale di diecimila euro, è che l’avrebbero fatta anche… pagando qualcosa al Comune. A dir la verità lo avevo predetto a qualche amico. Stavolta era facile indovinare. Non avevo alcun dubbio ma è giusto così: meglio una notte affollata e magari insipida che zero notti, per dirla alla Mourinho.
Una notte così è, infatti, senza ombra di dubbio, un business per la città. Deve esserlo anche per il Comune che non è un ente di beneficienza ma un “azienda” pubblica che è retta dai cittadini che la compongono, i quali chiedono che ogni loro euro (denaro pubblico) debba essere finalizzato ad un ritorno comunque economico per la città.
Vengo al punto: i diecimila euro che Gaspari & C verseranno devono considerarsi un investimento e non a fondo perduto. I cittadini, non commercianti del centro, in qualche modo si aspettano un ritorno pro città: per esempio tasse un po’ più basse o non so che? Non vedo un altro motivo che giustifichi l’uscita di una così ingente somma di denaro. Anche perché la notte bianca 2010 non ha assolutamente avuto i canoni di un servizio sociale, turistico, promozionale per la città. Nel senso che nessuno ne parlò oltre Pedaso e Alba Adriatica. Della notte rosa di Riccione ne ha parlato sabato il TG1, non perché c’è stata tanta gente sveglia fino a tarda ora, ma perchè nata da un progetto vero con tante attrazioni e su un territorio molto vasto.
A proposito di territorio mi viene in mente che, se il Comune dà diecimila euro per contribuire ad una serata danzante sulla spiaggia, forse un altro motivo c’è: è una parte di quello che ricava dalla concessione del territorio o meglio della tassa sull’occupazione del suolo che, fino a prova contraria, è di tutti i cittadini e non può assolutamente essere dato in regalo a privati. Anche perché l’occupazione commerciale (gazebo, baracche, stand eccetera) non può essere libera, essendo il suolo insufficiente per tutti coloro che lo richiedono.
Faccio un esempio: per occupare durante i tre giorni dell’Antico e le Palme uno spazio di metri 3×5 si devono pagare circa 220 euro. Evidentemente l’organizzatore Gianni Brandozzi paga al Comune l’intero spazio per poi rivenderlo ai suoi clienti. Giusto, così si fa. Mi domando quindi: quanto ha ricavato negli anni scorsi l’ente comunale per l’occupazione del suolo in ore così intense come quelle della Notte Bianca? I negozi delle stesse zone pagano a priori affitti e tasse per stare lì. Gli altri?
A chi, se non al Comune, uno “standista”, tra occupazione e pubblicità connessa, ha pagato un anno fa addirittura una cifra vicino ai mille euro per una sola notte? Chiedo quindi, a nome dei cittadini sambenedettesi, quanto ha incassato il Comune nel 2010 per l’occupazione di suolo pubblico? Luca Spadoni, neo delegato alla trasparenza, può darci una mano andando a spulciare sugli archivi e sull’introito preventivato per la Notte 2011. Io credo che ci sarebbe poco da scherzare, anzi sarebbe uno scandalo se risultasse che Gaspari & C. hanno regalato a chicchessia il suolo di tutti i cittadini.
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