SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Consiglio federale della Figc di martedì 28 giugno rinvia di almeno un mese la decisione sulla riforma dei campionati professionistici: non c’è ancora l’accordo tra le componenti del Consiglio (per l’ok servono almeno i 4/5 dei voti) a causa dell’ostracismo dell’Aic. Il sindacato dei calciatori, ora presieduto da Damiano Tommasi, ha accettato la riduzione degli organici di Lega Pro da 90 a un minimo di 76 squadre (che, lo ricordiamo, sarà effettiva già dal campionato 2011/12 nel probabile caso in cui almeno 15 squadre non dovessero iscriversi), ma non sarebbe disposto ad accettare ulteriori riduzioni per i campionati successivi. Mario Macalli, presidente della Lega Pro, vorrebbe invece arrivare entro alcuni anni a una categoria unica composta da 60 società, considerando che sempre più società ogni anno non riescono a iscriversi, magari lasciando senza stipendi e contributi i calciatori.

Mancando l’accordo, si è deciso di approvare una norma transitoria dell’art. 50 delle Noif che fissa per il 31 luglio il termine entro il quale approvare la riforma: per quella data, infatti, sarà noto il numero delle squadre in grado di iscriversi ai campionati 2011/12 di Lega Pro. Diversi, a tal proposito, gli scenari possibili: in linea teorica gli organici potrebbero restare di 90 società, ma sembra uno scenario improbabile date le notizie allarmanti che giungono da varie piazze di terza serie. L’unica società di serie D sicura di essere ripescata (o meglio, ammessa di diritto) è il Rimini, vincitore dei play-off. Nel caso dovessero saltare almeno 15 squadre (cioè 14 “buchi” più il posto occupato dal Rimini) scatterebbe il nuovo format da 76, con due gironi di Prima Divisione da 18 squadre e due di Seconda Divisione da 20 squadre. Una Seconda Divisione che in questo caso sarebbe davvero dura, dovendo prevedere 9 retrocessioni in totale: le ultime tre di ogni girone retrocederebbero direttamente, quartultima e quintultima di ogni girone affronterebbero uno spareggio retrocessione e le vincenti spareggerebbero ulteriormente.

In caso di un numero maggiore di defezioni (eventualità per ora incerta: alla fine molte situazioni difficili in Lega Pro potrebbero risolversi) le società dovrebbero comunque essere 76, riempiendo gli ulteriori “buchi” con i ripescaggi dalla serie D: la domanda andrà presentata entro il 29 luglio, ed è stato confermato il no al “doppio salto” (al quale aspirava l’Ancona). Già, ma se, come l’anno scorso, non si dovesse trovare un numero sufficiente di società disposte a sobbarcarsi i relativi oneri (l’anno scorso restarono 5 posti vuoti)? Secondo il presidente federale Abete, il format prevederà un numero ancora minore di squadre, anche se da questo orecchio l’Aic non sembra sentirci. Se ne riparlerà, comunque, nei prossimi Consigli federali, fissati per il 5 e il 18 luglio.