SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Rimane in carcere Roberto Del Giacco, da molti conosciuto come “Giaccò”, il 29enne sambenedettese ex allenatore della squadra giovanile Rugby Samb, per cui il giudice per le indagini preliminari Carlo Calvaresi del tribunale di Ascoli ha ordinato martedì la custodia cautelare dopo una lunga indagine dei Carabinieri circa presunte molestie sessuali ai danni di alcuni ragazzini minorenni che allenava alcuni anni fa.
La difesa del giovane non ha presentato istanza al Tribunale del Riesame per ottenerne la scarcerazione, attendendo una pronuncia dal gip circa la richiesta di sostituzione della misura cautelare in carcere.
Mercoledì si è tenuto l’interrogatorio di garanzia, sempre davanti al giudice per le indagini preliminari. Del Giacco è stato accompagnato dal noto penalista sambenedettese Francesco Voltattorni, che però precisa ai taccuini di RivieraOggi.it: “La tutela legale di Del Giacco è a carico dell’avvocato Maurizio Cacaci, che ho soltanto sostituito durante l’interrogatorio di garanzia in quanto era malato quel giorno. Ovviamente ho studiato le carte prima di andare dal giudice, ma mi astengo dal rilasciare commenti sulla vicenda”.
Del Giacco si trova nella cosiddetta “zona filtro” della casa circondariale di Marino del Tronto. Non sta in una cella singola, ma sta in una cella con altri detenuti accusati di reati sessuali, una sezione separata quindi da quella dei detenuti per reati comuni. E’ una misura consueta per gli accusati di presunti reati sessuali. Una misura che va a tutela della loro incolumità, in quanto come noto gli ambienti carcerari hanno al loro interno una sorta di “codice” per cui chi è anche soltanto accusato di reati sessuali, in particolare se le presunte vittime sono minorenni, molto probabilmente può essere sottoposto ad angherie e anche violenze da parte degli altri detenuti.
Dunque Del Giacco si trova ancora in carcere, in attesa di giudizio come del resto molti altri detenuti.
I tempi della giustizia italiana, come noto, sono lunghi. Quindi per il giovane si potrebbe prospettare una udienza preliminare non prima di alcuni mesi. L’udienza preliminare, lo ricordiamo, è la fase anteriore al processo nel quale un altro giudice decide se rinviare a giudizio l’accusato, per il quale quindi si aprirebbero le porte del processo, oppure archiviare tutte le accuse e proscioglierlo.
Un’ordinanza di custodia cautelare, lo ricordiamo, emessa dal gip su richiesta del sostituto procuratore Umberto Monti a distanza di molto tempo dai presunti fatti oggetto dell’accusa. Le presunte molestie sarebbero infatti avvenute fra il 2003 e il 2006, stando a quanto ci dice l’avvocato Voltattorni. Secondo altre ricostruzioni di stampa sarebbero avvenute fino al 2008. Presunte molestie che inoltre, qualora esistessero, non avrebbero condotto comunque alla consumazione effettiva della violenza sessuale su minore, e questo appare pacifico anche dalla tesi dell’accusa. All’epoca in cui sarebbero cominciate le presunte molestie, Del Giacco aveva 21 anni.
Di certo si tratta di accuse gravi che però – giova ricordarlo – necessitano di essere passate ad ulteriori approfondimenti giudiziari prima di essere accertate. Accuse gravi, che hanno portato all’ordinanza di custodia cautelare per via del delicato ruolo sociale che riveste il Del Giacco (istruttore sportivo nel mondo dei giovani). La possibilità di reiterare il presunto reato, dunque, molto probabilmente ha inciso circa la decisione del Gip di incarcerare il giovane allenatore.
Di certo, è doveroso attendersi celerità dalla macchina giudiziaria. Sia per la legittima attesa di giustizia da parte delle presunte vittime, qualora siano tali, sia per l’immagine pubblica dell’accusato, che al contrario sostiene la propria innocenza. Nel caso in cui abbia ragione, è doveroso accertare con celerità la sua estraneità ai fatti contestati.
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