MARTINSICURO – E’ in stato di mobilitazione permanente l’Anffas di Martinsicuro dopo l’esclusione dal Piano Sociale di Zona 2011/2013 Eas Vibrata, e la conseguente privazione della possibilità di accedere a finanziamenti pubblici.

L’associazione, che con il Centro diurno “La Rosa Blu” è operativa sul territorio da 11 anni, si regge quasi esclusivamente sul lavoro di volontariato e su forme di autofinanziamento che non sono più in grado di assicurare i servizi erogati finora. Sono al momento venti i ragazzi seguiti dall’Anffas, in attività socio-educative e riabilitative che però rischiano di essere soggette ad interruzione. Per ovviare a tale stato di precarietà, la presidente della sezione di Martinsicuro Danila Corsi, che insieme all’assessore al sociale Marcello Monti è componente del Gruppo di Piano, aveva proposto per il Piano Sociale di Zona elaborato dall’Unione dei Comuni l’attivazione di un secondo Centro Diurno (oltre all’Unico già esistente, il Centro “Vibrata” di Colonnella) nei locali del Centro “Rosa Blu”. Ma la proposta non ha trovato accoglimento.

Dati alla mano, le persone che hanno chiesto di usufruire dei servizi in Val Vibrata sono state 55, ma solo 22 hanno trovato accoglimento presso il Centro di Colonnella, mentre altre 20 in quello di Martinsicuro (che però non è riconosciuto). “E’ segno – afferma la Corsi – che in Val Vibrata non è sufficiente un solo Centro diurno. Anzi, viste le richieste ci sarebbero i presupposti per la presenza di tre Centri”.

Il Piano di Zona 2011/2013 è stato approvato dal Gruppo di Piano (di cui fanno parte i sindaci della Città Territorio) senza che venisse presa in considerazione la richiesta dell’Anffas e e senza che venisse addotta motivazione per l’esclusione, con la contrarietà dell’assessore al sociale Monti e della rappresentante delle Associazioni di Volontariato Danila Corsi. Nessuna risposta inoltre è stata fornita in merito al futuro del Centro “La Rosa Blu” e alla sorte delle 20 persone che lo frequentano,  nel caso in cui l’Anffas fosse costretta a sospendere il servizio.

“In undici anni di attività prestata per 20 persone con disabilità del Comune di Martinsicuro e di Comuni limitrofi – spiega Danila Corsi – il Centro diurno ha ricevuto contributi finanziari per sole due annualità. Per gli altri nove anni non ha ricevuto alcun contributo”.

Ora il Piano di Zona dovrà essere approvato dai Consigli comunali dei Comuni della Città Territorio e a tal proposito la Corsi ha chiesto che l’amministrazione comunale proponga una mozione affinchè la questione assuma una rilevanza maggiore nei confronti dell’Unione dei Comuni e possa sortire degli effetti, con la richiesta al Gruppo di Piano dell’integrazione del secondo Centro diurno per disabili a Martinsicuro.

“Non vogliamo sollevare polemiche, ma chiediamo semplicemente il riconoscimento di un diritto e l’affermazione di un percorso che seguiamo ormai da 11 anni, erogando dei servizi per la comunità”.

La possibilità di accedere a finanziamenti permetterebbe all’Anffas di avviare percorsi socio-educativi programmabili a lungo termine, senza doversi affidare all’estemporaneità delle risorse economiche che giungono dall’autotassazione o dalle iniziative benefiche. Basti pensare che facendo riferimento ai dati del Piano di Zona 2007/2009, il Centro Eas (Ente di Ambito Sociale) “Vibrata” ha ricevuto 250mila euro di finanziamento annuo per 22 utenti circa, con una spesa mensile di circa 1.030 euro mensili per ogni persona. L’Eas di Teramo ha ottenuto 80mila euro all’anno per 30 utenti, per un costo di 250 euro circa al mese a persona, mentre il “Tordino” di Giulianova 60mila euro per 20 utenti (270 euro al mese per persona).

“Se il Centro Integrato “La Rosa Blu” di Martinsicuro ricevesse 60mila euro annui – spiega la Corsi – potremmo spendere per ognuno dei nostri ragazzi 270 euro al mese. Gli unici contributi ricevuti dall’Unione dei Comuni sono stati di 30mila euro sotto la presidenza di Flaminio Lombi e 20mila con Nilde Maloni. Poi per gli altri 9 anni più nulla per i venti ragazzi che ospita il Centro. Quindi conti alla mano abbiamo fatto risparmiare alla comunità una somma di circa 540mila euro. Dobbiamo però ricordare che in base alla legge 328/2000 ciascuna persona con disabilità ha diritto ad un percorso individuale”.

“Perché l’Unione dei Comuni – aggiunge la Corsi – nega questa realtà e non vuole riconoscere all’interno del Piano di Zona un servizio già positivamente esistente come quello dell’Anffas?”

La vicenda ha trovato pieno appoggio da parte dell’assessore al Sociale Marcello Monti, che ha ribadito la necessità da parte dell’Unione dei Comuni di finanziare  il Centro “Rosa Blu”.

“Ci sono associazioni – ha affermato – che, nel complesso quadro sociale di  Martinsicuro, operano egregiamente ma sono sempre più in difficoltà ad erogare i servizi a causa dei tagli indiscriminati che subiscono dalle istituzioni. E’ il caso ad esempio di On the Road, della Croce Verde, dell’Anffas. In questo caso ci sono venti ragazzi che fanno attività socio-educative e riabilitative seguiti da personale esperto. E’ un loro diritto continuare a fruire dei servizi del Centro, e non deve essere messo a rischio il futuro della struttura che eroga un servizio così importante per la comunità”.