TERAMO – Via libera alla cessione dei rami d’azienda dell’Atr di Colonnella, con il polo industriale che si avvia ad un rilancio economico. Il Ministero dello Sviluppo economico ha autorizzato questa mattina la cessione ai due gruppi imprenditoriali che hanno avanzato le offerte accettate dall’amministrazione straordinaria: la Poggipolini Srl di Bologna, società del settore automotive nata nel 1975, che rileverà l’attività, e una società locale in via di costituzione (formata da imprenditori teramani del settore immobiliare) che acquisterà invece tutti i capannoni di proprietà del gruppo.

Lo ha comunicato al presidente, Valter Catarra, il commissario straordinario Gennaro Terracciano, a Teramo insieme al commissario delegato Salvatore De Bellis per partecipare all’udienza fissata oggi proprio per esaminare la procedura di fallimento del gruppo, che invece è stata evitata in extremis. L’udienza, in concomitanza con le novità emerse nelle ultime ore, è stata comunque di nuovo rinviata e la data fissata al 10 novembre.

“Entro 30 giorni a partire da oggi – ha spiegato Terracciano – l’amministrazione straordinaria procederà a stipulare i contratti preliminari con i due offerenti e, nei successivi 60 giorni, saranno firmati i contratti definitivi”.

La soluzione non taglia alcuna delle offerte avanzate e, in modo quasi salomonico, offre ad entrambi i proponenti la possibilità di avere una parte importante nel rilancio dell’azienda: Poggipolini gestirà le aziende prendendo in affitto dalla società teramana i capannoni, per ora quattro, che gli occorreranno per svolgere l’attività produttiva.

La Poggipolini, dopo la stipula del contratto definitivo, è obbligata a riassorbire 220 dipendenti, di cui 120 nel primo anno. L’obiettivo di tutti è che, entro il 2015, si possa arrivare ad un organico di 435 unità.

Per quanto riguarda le prospettive dei lavoratori attualmente in cassa integrazione straordinaria (circa 550 unità), la certezza è che gli ammortizzatori sociali rimarranno almeno fino alla stipula del contratto definitivo, e dunque per almeno altri tre mesi. Il commissario straordinario non si è sbilanciato su questo punto, limitandosi a confermare che “all’inizio non ci sarà piena occupazione”.

“Siamo in un momento particolarmente critico – ha detto Terracciano – perché sono stati individuati gli acquirenti e dunque ora si apre la vera fase di rilancio dell’azienda, fermo restando ovviamente l’ulteriore passaggio tecnico della firma del contratto. Siamo molto fiduciosi circa le possibilità di rilancio dell’Atr e contenti di aver evitato il fallimento delle società del gruppo”.

“La nostra principale preoccupazione – ha dichiarato il presidente Catarra – era quella di evitare il fallimento. L’obiettivo è stato raggiunto anche grazie alla piena condivisione tra istituzionali locali e sindacati. Dopo aver lavorato per garantire continuità di reddito ai dipendenti, si tratta adesso di seguire con attenzione l’evoluzione del piano industriale. Convocheremo Poggipolini e riprenderemo il discorso interrotto con Fiat e Finmeccanica. Tutte le prospettive indicate tornano d’ora in avanti ad essere valide, anche quelle di costituire in Val Vibrata un polo del carbonio”.

Dopo il colloquio con Terracciano, il Presidente Catarra ha chiamato al telefono il governatore abruzzese, Gianni Chiodi, e in questo momento sono in corso contatti con la Regione per il coordinamento delle iniziative che dovranno essere portate avanti insieme e di concerto con i sindacati. A questo scopo il presidente Catarra ha già convocato per lunedì in Provincia la Poggipolini.

L’Atr è attiva a Colonnella da circa 28 anni ed è specializzata nella produzione di materiali compositi in fibra di carbonio. I principali settori di attività del gruppo sono rappresentati dall’automotive (automobilistico-motociclistico) e dall’aeronautico/aerospaziale. Dalle analisi svolte, è sempre emerso che la crisi non è stata causata da problematiche di prodotto, processo e mercato, bensì da disfunzioni gestionali che hanno portato ad uno squilibrio dei costi con perdite economiche notevoli. L’azienda è entrata in crisi pur avendo coperto nel corso degli anni, direttamente o indirettamente, oltre l’80% del mercato mondiale relativo alla produzione dei compositi in fibra di carbonio per le “supercar” (Ferrari, Porsche, ecc.)