SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ridono Paolo Canducci e Margherita Sorge, incassa il colpo il Partito Democratico, mentre l’Italia dei Valori è su tutte le furie. Sono questi gli umori usciti dall’interpartitica di maggioranza conclusasi nella notte fonda di lunedì, nella quale si sono ribaltati gran parte dei pronostici della vigilia, con la venuta a galla di ulteriori malumori e soprattutto di una nuova distribuzione delle deleghe, finora inedita e mai uscita sui giornali.
Malumori soprattutto a nome dell’Italia dei Valori, letteralmente imbufalita per le deleghe portate a casa: un vicesindaco, Fanini, che a sua volta ricoprirà la delega agli Impianti Sportivi, al Decoro Urbano, ai Parchi e Giardini, alla Protezione Civile e alle Partecipate. Cinque incarichi che tuttavia non valgono la delega al Bilancio, obiettivo sfiorato per giorni ma passato in extremis al democrat Fabio Urbinati, che sarà pure assessore alle Attività Produttive e alla Pesca.
Non male, per chi appena una settimana fa era entrato in rotta di collisione col segretario del proprio partito, rivendicando un ruolo da protagonista nella nuova giunta dopo cinque anni di “gavetta” in consiglio comunale.

Esulta invece la Sorge, che in un colpo solo mantiene la Cultura e si aggiudica le Politiche Sociali, mettendo a frutto i consensi ricevuti il 15 e 16 maggio scorsi. Discorso non valevole, al contrario, per il Verde Canducci, esterno a tutti gli effetti in quanto non eletto consigliere, che però conquista la poltrona all’Ambiente (già sua per un quinquennio) e all’Urbanistica. Premi sommati ai Lavori Pubblici, spettanti al socialista Leo Sestri, che fanno dunque della lista Verdi-Socialisti la forza più presente in giunta.

Tre deleghe imponenti che, come detto, scontentano il resto della squadra, intenta però a rinfacciare al solo Gaspari tale decisione. Perché se è vero che le richieste dai singoli partiti sono arrivate puntuali, è altrettanto indiscutibile che gli assessorati per non scontentare alcuno erano disponibili. Ecco perché l’Idv vede nell’atteggiamento del primo cittadino una sorta di tradimento verso chi, per anni, si è mostrato alleato fedele ed allineato.

Il Pd dal canto suo recita un copione identico: di fronte ad un 26,5% ottenuto alle urne, ci tiene a vestire i panni dell’agnello sacrificale. La promessa, strappata a più riprese, parrebbe comunque quella di un ruolo di punta nella gestione delle società partecipate del Comune.

I tasselli mancanti della formazione sono composti infine da Marco Curzi (Città Aperta), dirottato allo Sport e alle Politiche Giovanili, e da Luca Spadoni (Sinistra Ecologia e Libertà), a capo della Trasparenza, della Partecipazione e dei Rapporti coi Comitati dei Quartieri. Sempre Spadoni sarebbe in vantaggio per l’assessorato al Turismo, ancora vacante.