SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un colore grigiastro seguito da un’esalazione alquanto forte e fastidiosa. Si presentava così, a metà pomeriggio di lunedì 13 giugno, il canale parallelo al fosso collettore situato all’interno della Riserva Sentina. E proprio in quel momento erano presenti sul luogo i Vigili Urbani insieme al neoconsigliere comunale rieletto Andrea Marinucci del partito dei Verdi, per effettuare i rilevamenti di alcuni campioni d’acqua e riuscire così a risalire alle cause dell’inquinamento del torrente.

Ma è bene procedere con ordine. Parlando con il consigliere Marinucci, ci spiega che nell’ultimo Consiglio comunale che si è tenuto il 30 marzo scorso, erano stati stanziati circa cinquantamila euro per un progetto – portato avanti dall’ufficio Lavori Pubblici – che prevedeva un intervento volto a garantire il regolare flusso dell’acqua del canale a cui si collega anche la rete fognaria di via San Giacomo per poi arrivare fino al fiume Tronto. L’operazione consisteva anche nel garantire che in quel canale non doveva scorrere nessun’acqua a eccezione di quella piovana oltre a mantenere un livello di stagnazione tale da evitare la proliferazione delle zanzare.

Purtroppo però, al momento oltre alle acque bianche – le acque per l’appunto meteoriche – in quel canale a scorrere c’è anche qualcos’altro, “dal momento in cui si è proceduto a monte – dichiara il consigliere Marinucci – si è scoperto che l’inquinamento del corso d’acqua proviene dalla zona in cui sono presenti le industrie manifatturiere. Al momento sono in corso i rilevamenti dei campioni d’acqua che saranno subito analizzati dall’Arpam anche se per i risultati si dovrà attendere almeno una settimana. È chiaro però – prosegue Marinucci – che la situazione si complicherebbe e di tanto qualora oltre al danno dell’inquinamento si aggiungessero i prelievi alla foce dei fossi i quali, se rilevassero un tasso d’inquinamento elevato, comporterebbero la perdita della bandiera blu per la nostra città”.

Ma non è detto che l’inquinamento del canale dipenda proprio dalle aziende presenti lungo la zona industriale a ridosso della superstrada. “Nei pressi di quest’ultima infatti – aggiunge Marinucci – sono presenti delle condotte idriche “sospette” e solo un intervento della Ciip confermerebbe la loro funzione regolare o, nel caso contrario, abusiva”.