SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il poeta sambenedettese Lucilio Santoni, vista la partecipazione del sambenedettese Paolo Consorti alla Biennale, ci ha inviato un suo scritto sull’opera dell’artista “Rebellio Patroni”. Lo riportiamo integralmente di seguito.

Rebellio Patroni: i santi escono dal quadro, per poi rientrarci

“Vengono sulla terra cercando se stessi, si incontrano e incontrano gente, si truccano, fanno un film e, infine, quando qualcuno vorrebbe farli sindaci delle città, rientrano nel quadro.

Una guida è una guida, non è un re, non è un presidente  e neppure un sindaco. Non governa. Non discute delle regole, perché questo spetta agli uomini; semmai traccia le linee guida, come ad esempio la carità e la fratellanza, affinché essi possano ben regolamentare. Una guida non si pone al di sopra delle regole, eventualmente al di sotto: “Signore, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

La “vita buona” non va cercata nella trasgressione idiota e oscena dei compratori teledipendenti. La “vita buona” sta nella libertà di confortarsi insieme del dolore ineliminabile, di tenersi compagnia, incoraggiarsi, scambiarsi i doni dell’intelletto e della sensibilità. Ma questo non può essere messo per iscritto su nessuna tavola della legge. Può incidersi, solo, nella carne e nel sangue, magari dopo aver ascoltato una guida, autorevole e non autoritaria, fuori dai luoghi comuni ma non sopra le regole, coraggiosa ma non guerrafondaia, giusta ma non giustizialista.

I santi si ribellano perché sono ormai santini, sono gadget. E allora scendono fra la gente, come Gesù nel tempio, toccano con mano la stupidità e la cattiveria, se ne addolorano e, forse, non hanno pietà nel condannarla.

Poi ritornano nel quadro, perché quello è il posto che gli spetta. Dentro l’arte che tutto compone e, allo stesso tempo, tutto squaderna. Chi vuole, può nuovamente guardarli, perdersi e seguirli. Nell’eterno giro di domanda, che eternamente salva il mondo quando questo è sull’orlo dell’abisso“.