Gaspari bis? Tra le riflessioni che ho ascoltato ieri pomeriggio una mi è sembrata la più interessante. Quella dell’ex deputato dell’ex Forza Italia, Gian Luigi Scaltritti. “Il ballottaggio – ha detto – potrebbe capovolgere i risultati del primo turno perché potrebbero confluire a Gabrielli i voti di quei candidati che hanno “costretto” famigliari e amici intimi a… dargli una mano, frazionando le forze invece che unirle”. Una tesi vicina alla verità che è parallela alla vecchia amicizia Gabrielli-Calvaresi, finita clamorosamente per eccesso di ambizione, in coincidenza della tornata elettorale. I dati dicono che avrebbero perso egualmente ma con scarti più accettabili.
Il prossimo ballottaggio ha pertanto definito i ruoli: Calvaresi, Ferritto, Primavera, Franceschini, Narcisi e Campanelli hanno visto finire ieri sera il loro sogno. Il prossimo sindaco di San Benedetto del Tronto non sarà uno di loro ma Giovanni Gaspari o Bruno Gabrielli. Probabilmente nell’atrio del Municipio una nuova foto non servirà ma l’occasione può essere utile, se non per prendere il bastone del comando, perlomeno per la formazione di un’opposizione coesa in grado di proporre una vera alternativa con progetti concreti ed una vigilanza più assidua.
Mi spiego: ho sentito la Ferritto dire che lei punta principalmente alla trasparenza delle pratiche comunali da riversare in tempo reale ed in modo comprensibile ai cittadini, ho sentito Calvaresi dire che lui si è messo in campo per modificare certi meccanismi perversi della politica, ho sentito Franceschini dire che per governare una città servono assessori preparati e specializzati, ho sentito Narcisi proporre un piano particolareggiato e ben studiato della nuova San Benedetto, ho sentito Primavera inneggiare alla partecipazione come priorità nelle decisioni più importanti, ho sentito dire da Gabrielli che lui realizzerà quello che ha promesso Gaspari nel 2006 e che non ha mantenuto. Campanelli non si è pronunciato con la dovuta chiarezza e mi dispiace..
Infatti, se non sbaglio, tutti e sette i candidati sono scesi in campo, parola loro, per scalzare Gaspari, per cui deduco che il popolo ha eletto Gabrielli… capo dell’opposizione.
Che fare quindi se il risultato non sarà ribaltato come è facile prevedere? La cosa migliore da fare è quella di riunirsi e preparare, non una coalizione con la quale spartirsi “poltrone di riserva”, ma una sintesi chiara delle loro buone intenzioni che ho appena elencato e promettere che si impegneranno ad imporle a quello che si preannuncia come secondo governo Gaspari, il quale vorrà mettere a frutto i primi cinque anni di rodaggio realizzando tutto quello che, secondo lui, non è stato possibile per problemi diversi tra i quali il tempo. Non quello meetorologico naturalmente.
Insomma il futuro dei sambenedettesi potrebbe essere più roseo con un sindaco più maturo e con un’opposizione in grado di mettere da parte i “personalismi” per privilegiare un programma unitario, chiaro e all’altezza delle vere democrazie. Solo così queste elezioni serviranno per fare un passo avanti del quale ne trarrà beneficio lo stesso sindaco. E, più di lui, tutti i cittadini sambenedettesi.
Considerazioni utopiche quelle che ho appena auspicato? E’ vero stavo sognando, svegliatemi.
Grazie. Passo quindi a quello che si preannuncia come un vero pericolo per la nostra città.
Come si sa, dall’esterno, in queste circostanze si è più sereni e quindi più lucidi mentre i diretti protagonisti (Giovanni Gaspari in questo caso) sono portati ad ingigantire la minima paura. Anche quella seppur praticamente inesistente di non bissare il suo mandato. Su questo fattore, su questa sua irrealistica paura di perdere e sulla voglia del centrosinistra di sgombrare ogni minimo dubbio, punterà qualche professionista della mala politica per proporre compromessi deleteri perché finalizzati esclusivamente alle poltrone e non al bene comune come potrebbe essere un’opposizione sana e costruttiva della quale parlavo qualche paragrafo fa.
Proposte che arriveranno anche da chi ha accusato Gaspari di incapacità e di tanto altro. Prevarranno, come sempre, la voglia di accaparrarsi poltrone e la paura di perderle… sul filo di lana.
I prossimi 10 giorni, quindi, non serviranno per rimediare ad una poco naturale proliferazione di candidati sindaci mentre aumenterà la disgregazione e la confusione con grave danno per tutti i cittadini, tra i quali ritengo più colpevoli quelli che hanno votato senza sapere bene per chi e perché.
Molto più irresponsabili di chi, non sapendo cosa fare e ritenendo giusto non dover legittimare nessuno, ha preferito mostrare il proprio dissenso disertando le urne.
Quasi un terzo (30%) degli aventi diritto al voto che voler recuperare nei prossimi 10 giorni è impresa impossibile dopo aver sprecato malamente il tantissimo tempo avuto a disposizione.
Questo è parlare, direte, questa è la realtà, il resto è utopia.
E’ vero, non svegliatemi, ero più felice mentre… dormivo.
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Caro direttore mi hai così tanto rattristato che ho anche paura di andare a dormire, vedi mai che invece del sogno arrivi l’INCUBO.
direttore! parli parli ma ti ricordo che hai un giornale che applica la censura … quando ti risvegli spero che ti venga un pizzico di giudizio cosi potrai comportarti da vero giornale (pubblicando sia giudizi favorevoli che negativi)
SOLA
Io la chiamerei, più che censura, moderazione di commenti egoisitici e fini (utili) a se stesso, denigratori di altri, senza un minimo di ragionamento, ricchi di invidia e cattiveria, eccetera eccetera. Evidentemente lei non ha mai scritto a nessun “vero giornale” o ci ha scambiati per un ufficio postale con il quale veicolare quanto sopra, senza mittente. A proposito con chi sto parlando?
non le basta vedo.nero oppure vuole il mio c.f.?
a parte tutto le do pienamente ragione sull’articolo anche se gaspari non è il mio idolo.
secondo me pratica una politica antica e antiquata (vecchia o vecchio)
la saluto sperando che i miei prossimi commenti non vengano (censurati)
grazie
A volte non basta. Moderati non censurati. Chi vede nero ha perso anche la speranza, cambi il suo nick name.
Vedo nero, giallo o rosso l’importante è vedere.
Mario Monicelli disse:
“la speranza è una trappola” inventata dai padroni
non credi?
No, non credo. Anche perché i padroni per me non esistono. Più che vedere è importante pensare.