SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo da Massimiliano Napoletano
Portavoce del Comitato Ballarin
“Alla vigilia della imminente tornata elettorale, tutti gli schieramenti politici ritengono ormai improcrastinabile l’approvazione di un nuovo piano regolatore per San Benedetto. Per quel che concerne la problematica legata al glorioso Stadio Ballarin in questi cinque anni abbiamo assistito a tutto ed al contrario di tutto, proclami, promesse e quant’altro, lungi da noi voler polemizzare con chicchessia e tantomeno essere strumentalizzati da altri, riteniamo che chiunque divenga il futuro sindaco della nostra città dovrà essere ispirato da logiche di interesse comune, tenendo in dovuta considerazione le necessità della cittadinanza tutta, ma, anche quelle degli abitanti del quartiere San Filippo, luogo in cui il vecchio campo sportivo è situato, senza tralasciare la memoria di chi in quello stadio vi ha perso la vita.
Ci auguriamo che ove si decida finalmente del destino di questo pezzo di storia di San Benedetto e, per tutti noi di un pezzo di cuore, lo si faccia all’insegna della partecipazione e della condivisione di scelte da parte di tutti senza escludere e prevaricare nessuno perché un sindaco dura in carica 5 o 10 anni, San Benedetto è e sarà dei Sambenedettesi per sempre.
L’augurio che da comuni cittadini possiamo fare al futuro Sindaco e al Consiglio è di essere ispirati dal buonsenso e non da eventuali canti di sirene, tenendo a mente anche quelle che sono le spese che poi la città tutta dovrebbe sostenere se si operasse una scelta sbagliata.
Una base di partenza questo comitato l’ha creata donando alla città un’idea progettuale (un’Onda per il Ballarin), che è stata da un lato un traguardo per il Comitato dall’altro un punto da cui iniziare a ripensare il Ballarin per tutti i Sambenedettesi.
Il Comitato è stato, è, e rimarrà a disposizione della città, continuerà la su opera valutando e vigilando su tutte le eventuali opzioni riguardanti l’area Ballarin.
Ai nostri futuri amministratori un sincero buon lavoro”.
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