SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quasi 9 mila palme, di cui ben duemila solo sul lungomare. Un patrimonio inestimabile che va però tutelato dagli attacchi di un coleottero, il punteruolo rosso, che da almeno tre anni sta spargendo terrore sul territorio italiano ed europeo. In tal senso è il Movimento Cinque Stelle a lanciare l’allarme: “A San Benedetto si sta facendo un immane lavoro per contenere il problema – afferma il candidato sindaco Maria Rosa Ferritto – però non è sufficiente. Si deve resistere in attesa di una soluzione che debelli definitivamente il parassita”.
E i modi a quanto pare ci sarebbero. Con un progetto messo in piedi dal geologo Serafino Angelini che, partendo dal monitoraggio permetterebbe di agire immediatamente e di limitare il contagio. Verrebbe coinvolto l’Istituto Agrario di Ascoli, in collaborazione dell’ordine provinciale degli Agronomi e dell’Assam così da formare una task-force di quindici studenti circa appositamente formati ed in grado di effettuare le segnalazioni: “Ad ognuno verrà assegnato un segmento della città e svolgeranno dei sopralluoghi quotidiani per verificare lo stato di salute delle palme”.
Tutto perfetto se solo non mancassero i soldi. Servono infatti 50 mila euro per la copertura assicurativa dei ragazzi, un piccolo rimborso spese, lo stipendio dei formatori e l’acquisto dell’apparecchiatura Gps necessaria: “Chiediamo aiuto a chiunque, anche ai privati – conclude Angelini – contattateci in fretta”.
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Angelini dobleface, gas>punteruolo un uno due ferale….
Non dimentichiamo comunque che saranno necessarie risorse economiche importanti anche per aiutare i privati a fronteggiare in modo consono l’eventuale attacco di esemplari che non si trovano su aree pubbliche. Ritengo questo presupposto fondamentale per cercare di limitare il più possibile la diffusione dell’infestazione. (Riego Gambini)
La soluzione ci sarebbe già: che ne dite di non basare tutto il turismo di san benedetto sulle palme? Altrimenti sò cacchi nostri.
Se mi posso permettere, un altro spreco di soldi pubblici, per un lavoro (monitoraggio delle palme) già svolto dalle autorità competenti. Il problema è che: – le palme malate vanno abbattute, con tutte le precauzioni del caso onde evitare contagi ad altre palme sane, perchè le palme malate sono già condannate: non esistono rimedi; – il fatto è che per ogni palma abbattuta con tutte le precauzioni del caso ci vogliono 1500 euro, ecco quindi perchè ciclicamente escono articoli che suggeriscono rimedi (che poi si dimostrano dei palliativi inefficaci). Se San Benedetto o Grottammare dovessero (come in realtà dovrebbero, ed… Leggi il resto »
Le autorità competenti svolgono un’opera di monitoraggio certamente più accurata delle palme pubbliche che non corrispondono però alla totalità del patrimonio locale. Se la diffusione del coleottero avanzerà in modo incontrollato la causa sarà probabilmente da ricercare nella mancanza di tempestività degli interventi, sia quelli di eradicazione che di eventuale cura del soggetto in questione. Per cui, anche se onerosa, l’opera di monitoraggio è attualmente l’unico modo per tentare di limitare i danni e far si che il punteruolo non determini la completa distruzione di tutto il patrimonio palmizio. Sono comunque perfettamente d’accordo con lei che ogni tipologia d’intervento (eradicazione… Leggi il resto »
“Non tutte le palme attaccate sono condannate a morire, se trattate adeguatamente e con metodo”
Purtroppo no. Solo eradicazione controllata: cure non ce ne sono.
E’ vero, attualmente non esistono cure preventive né possibilità di immunizzare la palma. Esistono però modalità di trattamento, ampiamente sperimentate, che possono comunque salvare la pianta. Ciò non toglie che quell’esemplare potrà nuovamente esser attaccato dal punteruolo e morire. Questo è ciò che con il mio scritto intendevo dire (Riego Gambini)
io penso che se continuiamo cosi invece di riviera delle palme si chiamerà “san benedetto riviera del punteruolo rosso”
Eliminiamo una consulenza esterna, non rifacciamo di nuovo le poltrone dell’ufficio del sindaco,eliminiamo o almeno riduciamo sensibilmente i “pranzi e le cene di lavoro (?)” del famoso “cenopoli” di Riviera Oggi e abbiamo i soldi per questo progetto (e per altri!).
Verificato che il Punteruolo Rosso colpisce essenzialmente le palme di “sesso maschile”
e che quest’ultime, nell’area sanbenedettese, fortunatamente,costituiscono solo il 30% ,
sarà sufficiente una semplice sostituzione con quelle “femmine” per risolvere alla base il problema. Alla larga: alchimisti,scienziati fai da te,sciamani……sempre pronti a proporre soluzioni di cui l’unica certezza è l’elevato costo.
Non colpisce essenzialmente i maschi ma solo preferibilmente, per cui una “semplice” sostituzione degli esemplari maschili costituirebbe solo una soluzione temporanea e di certo “di elevato costo” visto che, come lei scrive, se gli esemplari maschi nel nostro terittorio corrispondono al 30%, stiamo parlando di 2500 esemplari o forse più.
Il curculionide nel tempo ha mostrato anche una notevole capacità di adattamento e mutazione per cui se mancasse una certa tipologia di pianta sono sicuro che in breve tempo l’animale modificherebbe le sue preferenze e abitudini. (Riego Gambini)