SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Negli ultimi sessant’anni la linea costiera nell’area protetta della Sentina è rientrata di circa 120 metri con una perdita complessiva di ventidue ettari di territorio e in assenza di interventi adeguati, nei prossimi trent’anni è previsto un ulteriore arretramento della linea di circa sessanta metri con il conseguente danneggiamento degli ambienti dunali e retrodunali, la scomparsa della flora e della fauna oltre a quella del casolare Torre del Porto, una valenza storico-architettonica risalente al sedicesimo secolo”.
Il Comitato d’Indirizzo e il presidente della Riserva Naturale Sentina Pietro D’Angelo, lanciano l’allarme relativo all’erosione costiera della zona protetta attraverso i dati emersi da uno studio effettuato dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con la quale la Riserva ha stipulato una convenzione che ha avuto l’obiettivo di valutare il fenomeno e di mettere a punto una serie di metodi efficaci per la difesa del litorale senza perdere di vista la sostenibilità ambientale.
Secondo il dossier dell’Ispra, le cause riconducibili all’erosione riguardano la carenza degli inerti da parte del fiume Tronto – una larga categoria di materiali minerali fra cui sabbia, ghiaia e pietrisco – la presenza delle barriere lungo il litorale nord della Riviera, il pennello che compone il porto di Martinsicuro oltre alle numerose mareggiate delle ultime stagioni invernali.
“Nell’ultimo sopralluogo effettuato con il professor Conti dell’Università di Camerino – dichiara il presidente D’Angelo – abbiamo rilevato che rispetto a due anni fa non sono più rinvenibili tre qualità botaniche come l’artemisia, il vilucchio marino e il finocchio spinoso. La situazione è drammatica poiché il rapporto dell’Ispra contenente gli studi, i dati e le possibili soluzioni sottoposto all’attenzione dell’assessorato alle Politiche ambientali della Provincia e della Regione oltre a tutti gli enti interessati non ha avuto nessun riscontro. Occorrerebbero circa cinque o sei milioni di euro – prosegue D’Angelo – per gli interventi di ripascimento e di ripristino delle barriere soffolte e la Regione non sembra avere la disponibilità economica sufficiente. Per questo, in pieno accordo con tutto il Comitato d’Indirizzo della Riserva, abbiamo deciso di rivolgerci al Comitato della Riserva di Ascoli per organizzare un incontro con il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e richiedere i fondi necessari per far fronte all’emergenza”.
Nel corso di questi cinque anni di mandato del presidente D’Angelo, l’erosione costiera è solo una delle problematiche che la Riserva Sentina sta affrontando. La ristrutturazione del casolare storico Torre sul Porto e il ripristino dei laghetti componenti la zona umida sono infatti due delle iniziative portate avanti dal Comitato d’Indirizzo.
“Lunedì 18 – anticipa D’Angelo – verrà aggiudicato l’appalto alla ditta che si occuperà di ristrutturare il vecchio casolare mentre per quanto riguarda la zona umida la Riserva, grazie al finanziamento di un milione e duecento mila euro vinto dal bando Life Plus dell’Unione Europea, a partire da settembre avrà a disposizione due anni e mezzo, pena l’annullamento del fondo, per portare a compimento i lavori”.
“Questi due tipi di interventi – aggiunge Giuseppe Marcucci uno dei membri del Comitato d’Indirizzo – rappresentano la ‘spinta’ per risolvere la difficile situazione della costa a causa dell’erosione. Auspico che sia la ristrutturazione del casolare che il ripristino della zona umida siano l’opportunità per stimolare gli interlocutori politici per far fronte a questo tipo di emergenza”.
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Se non si ripristinano subito i laghetti la fauna rimarrà scarsa agli occhi di chi ha potere decisionale per sganciare soldoni, per un lembo di terra, che a me sta a cuore tanto, ma che in effetti ha poco da mettere sulla bilancia se non la possibilità di un oasi per uccelli migratori, in ricordo degli anni passati….si son ricevuti un po di soldi per il progetto Life è ora di non indugiare più a fare anche sbagli, ma è necessario che il laghetti tornino al più presto, se poi il mare se li rimangerà non ha importanza se non… Leggi il resto »
Quindi scusatemi ora si andrebbero a spendere un mucchio di soldi per restaurare la torre per poi vedersela mangiare dal mare tra qualche anno???
infatti anche se occorre restaurare la Torre, credo abbia priorità il ripristino della zona umida, ma se i soldi del LIFE+ si devono spendere anche sulla Torre tanto vale fare il restauro. La Sentina con la sua Flora e Fauna DEVE tornare quella del primo dopoguerra..PUNTO
“Secondo il dossier dell’Ispra, le cause riconducibili all’erosione riguardano la carenza degli inerti da parte del fiume Tronto – una larga categoria di materiali minerali fra cui sabbia, ghiaia e pietrisco ….”
Non è solo questo il motivo, ma una riduzione dell’attività estrattiva non si può prendere in considerazione?
Enormi risorse spese in “terapie sintomatiche” ma poche azioni destinate alla prevenzione che ormai sappiamo bene è l’unica vera forma di protezione. Siamo come bambini che si divertono e giocano a riva, bagnasciuga felicemente impegnati a costruire tanti bei castelli di sabbia (RG)
le terapie sintomatiche sono necessarie perché una politica “verde” non è possibile senza dover costringere la società a cambiare abitudini. Siamo prigionieri di un sistema di produzione di ricchezza che non ha senso ne è sincronizzato con i tempi della natura, ma è l’unico che a livello mondiale ha successo. Chi, politicamente parlando, ha il coraggio e la forza di chiedere sacrifici anche di posti di lavoro, o di far cambiare le abitudini comode, come arare i campi con mezzi meccanici senza tutelare i confini dei campi in modo che trattengano l’argilla che finirebbe alla prima pioggia in quantità non… Leggi il resto »
La Riserva della Sentina è un esempio lampante dell’ambientalismo italiano: impiegare le risorse ottenute in nome della tutela dell’ambiente per pagare gli stipendi a persone che non fanno nulla.