SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tagli agli organici dei docenti nelle scuole elementari e dell’infanzia, i sindacati protestano a gran voce accusando l’Ufficio Scolastico Regionale di “incomprensibile penalizzazione per le province di Ascoli e Fermo”

(nell’immagine allegata a questo articolo, lo schema completo provincia per provincia con le variazioni nel numero di iscritti e le variazioni negli organici dei docenti)

Il dettato governativo dell’ultima Finanziaria impone alle Marche il taglio di 194 docenti. Affermano i responsabili locali di Cisl Scuola, Flc Cgil, Snals e Uil Scuola: “Il buon senso e la razionalità suggerirebbero un taglio proporzionale al numero di alunni presenti nelle singole province e in fase di applicazione dovrebbe rendere uguale il rapporto fra alunni e docenti nei vari territori marchigiani. Così non è avvenuto, perchè il taglio sul nostro territorio è di ben 59 insegnanti di scuola primaria, con la conseguenza che il rapporto alunni/docenti dopo le operazioni diventa 14,05 per Ascoli Piceno, 13,49 per Ancona, 12,71 per Macerata e 13,25 per Pesaro Urbino”.

Numeri che, rimarcano i sindacati, visti su ampia scala mostrerebbero come nel Piceno le scuole saranno destinate ad avere classi più ampie e un numero di docenti minore rispetto agli altri territori. Con ripercussioni ventilate sulla qualità della didattica e anche sulla sicurezza. Inoltre, ragionano i sindacati, con questi metodi molti insegnanti anche “di ruolo” potrebbero trovarsi a subire spostamenti in altre scuole, venendo così a mancare la continuità d’insegnamento in uno stesso istituto. Un’altra ripercussione sulla qualità dell’insegnamento, sottolineano Giuseppe Vaglieco della Cgil e Giovanni Camaioni della Uil.

L’esponente Cisl, Feliciana Capretta, fa questo ragionamento: “Inizialmente, il numero di tagli al numero dei docenti era il seguente: Ancona meno 60, Ascoli meno 45, Macerata meno 43, Pesaro meno 46. Ma poi gli incrementi e i decrementi nel numero degli iscritti sono stati riconteggiati una seconda volta, e così si è arrivati a una nuova ripartizione dei tagli che penalizza enormemente il Piceno. Un territorio, inoltre, che per la sua stessa conformazione geografica prevede molti piccoli istituti scolastici di paese, scuole in zone montane. Non si tratta di campanilismo – continua l’esponente Cisl – il decremento degli iscritti non può essere l’unico criterio da tenere presente quando si vanno a fare i tagli. Non pensiamo solo ai numeri e ai conti, che poi fra l’altro neanche riportano, ma guardiamo anche alle persone, alla qualità dell’insegnamento”.

I sindacati ora chiederano un incontro all’Ufficio Scolastico Regionale, chiederanno la sensibilizzazione di Comuni ed enti locali e non escludono ulteriori forme di protesta qualora non venisse accolta la richiesta di revisione della ripartizione dei tagli.

“Chiediamo una spiegazione convincente di questo incomprensibile comportamento, considerato anche che già nello scorso anno nel territorio di Ascoli e di Fermo c’erano docenti di scuola primaria soprannumerari, cioè senza posto, mentre questo esubero non era presente nelle altre province”.