SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Spacciatore sotto processo per aver ceduto una dose di eroina ritenuta secondo la Procura causa di morte per un tossicodipendente sambenedettese. I fatti risalgono al 2006 quando l’imputato sarebbe stato contattato da tre eroinomani per una dose che cedette e che gli stessi acquirenti consumarono in zona Sentina. Uno dei tre morì dopo l’iniezione e a seguito del decesso si sono aperte le indagini e il successivo procedimento penale iniziato nel luglio 2010. A distanza di un anno sono stati ascoltati tutti i teste dell’accusa e i periti della Procura. A novembre la difesa del pusher discuterà le ipotesi di innocenza del giovane che secondo l’accusa cedette lo stupefacente che causò la morte di un uomo.

Nell’ottobre del 2006 tre eroinomani (M.M., M.V. e B.P.) contattano uno spacciatore (H.A.) concordando l’acquisto di una dose di eroina. I tre comprano lo stupefacente e si dirigono verso la Riserva naturale della Sentina, per consumare lontano da occhi indiscreti la droga.
Dopo il buco, uno dei tre (B.P.) accusa un malore e muore.

Dopo la morte, le indagini e le conseguenti ipotesi, si giunge al processo nel quale viene accusato uno spacciatore (H.A.) come “venditore” di una sostanza stupefacente che avrebbe causato un decesso. A lui si è giunti dopo un riconoscimento mediante foto segnaletica da parte dei due “superstiti” di quella giornata, che sono stati testimoni al processo confermando la circostanza.
Poi le analisi autoptiche, che secondo la difesa non specificherebbero in pieno se la dose letale fu proprio quella venduta dall’imputato.

Al termine del processo mancano pochi mesi. Sarà compito della corte del Tribunale di San Benedetto del Tronto stabilire se la droga venduta sia stata la causa di morte o meno. “Attenderemo il momento della discussione prevista a novembre per formulare le nostre ipotesi di innocenza fondate su prove certe. Per il momento chiediamo riservo”, ci riferisce Simone Matraxia ( sostituto dell’avvocato Umberto Gramenzi, difensore del giovane imputato).