SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Casa, lavoro, sanità, asilo e scuola. “Indovina chi è l’ultimo?”, domanda provocatoriamente la Lega Nord, mostrando un cittadino italiano superato nella fila d’attesa da uomini di colore, cinesi e musulmani. Il manifesto elettorale, affisso all’incrocio tra la Statale 16 e via Botticelli in vista delle prossime elezioni comunali, salta immediatamente all’occhio sia per le dimensioni (un imponente 6×3) che per lo slogan (in poche ore ricoperto parzialmente dal grido di “razzisti”) e ha scatenato la rabbia di Fabio Urbinati, consigliere comunale del Partito Democratico.

“Oramai la Lega  – scrive – ci ha abituati ad uscite xenofobe in prossimità di tornate elettorali, solo per diffondere paure nell’immaginario collettivo, ma ciò che mi sorprende è come il candidato sindaco del Pdl possa tollerare certe manifestazioni razziste da una forza politica che lo sostiene alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale”.

Ecco allora che l’esponente della maggioranza si appella direttamente a Bruno Gabrielli, auspicando un imminente dietrofront: “Gli ho sempre dato atto di ispirarsi a valori cristiani di tolleranza e solidarietà verso i più deboli, e proprio in virtù di questo sono certo che non tarderà a dissociarsi. Spero la comunicazione politica possa alzarsi ai livelli che competerebbero alla nostra città”.

Ma contattato telefonicamente il diretto interessato glissa: “Non ho visto direttamente il manifesto – confessa – però se è come me lo descrivete fatico a vederci dei messaggi razzisti. Il razzismo è ben altro, anzi quella rappresentata mi pare la verità. Purtroppo molti cittadini italiani arrivano dopo quelli stranieri”. L’avvocato sambenedettese invita quindi Urbinati a cambiare obiettivi: “Si preoccupi piuttosto della sicurezza di San Benedetto. Proprio oggi si è verificato un violentissimo scontro tra bande di albanesi in un pullman che riportava a casa dei ragazzi. Sono questi i problemi veri, che noi abbiamo intenzione di risolvere”.