SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Duemila e cinquecento. E’ questa l’asticella fissata da Gaspari e Spadoni riguardo all’affluenza alle primarie di coalizione di centrosinistra in programma domenica 27 marzo.

“Tra Napoli, Bologna, Torino e Milano ha partecipato il 6% degli aventi diritto”, ha dichiarato il sindaco uscente nel corso del secondo faccia a faccia tenutosi presso la palestra D’Angelo di Porto D’Ascoli. “A San Benedetto siamo 40 mila ed un 6% equivarrebbe a circa 2.500 persone. Voglio restare coi piedi per terra, tuttavia dobbiamo valutare ciò che accade attorno a noi”. Un dato leggermente differente da quello auspicato ad inizio mese – quando su Facebook il primo cittadino puntava a radunare oltre 3 mila votanti – ma di fatto simile a quello previsto dal suo sfidante, anch’egli ottimista: “Penso e spero che l’afflusso sarà ampio. E’ la prima esperienza in questo senso in questa città e credo che sarà un bel momento, le sensazioni sono buone”.

Per il resto, il match dell’Agraria, s’è rivelato tutto sommato un replay del primo dibattito di sette giorni fa, con le maggiori divisioni che hanno riguardato ovviamente la MegaVariante. Un progetto, benedetto da una parte e contestato dall’altra e che potrebbe vedere nel Referendum consultivo del prossimo novembre una sorta di armistizio. “Serve uno sviluppo sostenibile – ha ribadito Spadoni – il territorio non è un bene infinito. Il Prg a Crescita zero non è un’iniziativa retrograda. Sarà la popolazione a decidere se bisognerà proseguire su quella strada o meno, noi comunque faremo la nostra battaglia per il no”. Sel però apre ad un possibile compromesso: “Alcuni punti della MegaVariante ci vanno bene, come quelli riguardanti la piscina o lo spostamento della sottostazione, non lo contestiamo complessivamente”.

Tali divergenze in ogni caso non sanciranno alcun divorzio futuro, almeno secondo Gaspari: “Se vinceremo le elezioni, rimanere assieme sarà un obbligo ed un dovere. Il 3 marzo sottoscrivemmo un accordo e abbiamo intenzione di rispettarlo”. Immancabile poi la difesa a spada tratta dei propri cinque anni di amministrazione: “Quando arrivai nel 2006 San Benedetto era allo sbando. Oggi per fortuna non ci sono più emergenze, queste sono state fronteggiate. I problemi restano, ma le potenzialità sono straordinarie. Ci impegneremo a far tornare a vivere qui le giovani coppie; stiamo invecchiando rapidamente e non possiamo permettercelo”. Per Spadoni invece la priorità resta quella ecologica: “Perché non ipotizzare la chiusura al traffico del centro? Non possiamo non considerare i livelli delle Pm 10. Le polveri sono veleno, veleno che respiriamo. Vanno cercate soluzioni”.